Vincenzo Boscaino
Cercare di analizzare una delle più folli partite dei mondiali ai gironi non è compito facile. Se si vuole, inoltre, parlare di una nazionale e non sovrapporla ad una persona, in questo caso, diventa impossibile. Portogallo – Spagna è stata la sublimazione della figura di Ronaldo: calciatore, icona e leggenda.
Lontana dalla tattica, dal possesso, dalla bellezza del gioco spagnolo, lontana dalla prodezza di Nacho e dalla devastante eleganza di Asensio, lontana da tutto, si erge la prestazione e la grandezza di Cristiano Ronaldo. Un giocatore capace di caricarsi sulle spalle un’intera nazione, i sogni di un popolo e la fiducia dei suoi compagni. Un giocatore in grado di scrivere il suo nome accanto a Pelè, Klose e Seeler essendo in grado di segnare in quattro edizioni diverse dei mondiali. Un giocatore che, ormai, è molto più di un giocatore.
Il derby iberico giocato in Russia è destinato ad entrare nelle pagine di storia dei mondiali. Perché se da una parte si è vista una Spagna dominante tecnicamente, dall’altra c’è stata un collettivo compatto a disposizione della sua stella più luminosa. Il 3 a 3 finale è un risultato giusto, con entrambi le compagini incapaci di sferrare il colpo del K.O. e in grado di non mollare quando ormai la partita sembrava essere sfuggita di mano.
Il Portogallo ha retto l’urto di una sfida che poteva annientare da subito le speranze mondiali, giocando una partita di sacrificio e ripartenza. Il giorno dopo, a freddo, non si possono non vedere comunque i meriti di tutti coloro i quali non indossano il 7 dietro la maglia. Il centrocampo ha fatto quello che doveva fare: non sfaldarsi dinnanzi alla tecnica avversaria e ripartire nel modo più efficace possibile. La difesa ha scricchiolato, ma al netto del risultato, il primo e il terzo gol sono prodezze individuali mentre il secondo un calcio piazzato. Pepe e Fonte non saranno più giovani e veloci, ma non sono mai stati in affanno.
A fare i complimenti ai compagni ci pensa anche lo stesso Ronaldo: “Abbiamo giocato contro una delle favorite e siamo stati in grado di tenere il loro livello. Siamo solo all’inizio, è vero. Ma ho fiducia in questa squadra. Voglio fare i complimenti ai miei compagni: siamo passati due volte in vantaggio, poi abbiamo subito il gol del 3-2 ma non ci siamo demoralizzati. Abbiamo creduto nella possibilità di recuperare il risultato fino alla fine.”
Il Portogallo si scopre grande, ambizioso ed efficace. La partita con la Spagna, una delle favorite, ha dimostrato come nei novanta minuti i lusitani non sono inferiori a nessuno. Sulle rive del Tago la gente inizia a crederci per davvero. Se poi dalla tua parte hai quel fenomeno con il 7, nessun sogno sembra irraggiungibile.