Inside Inter: troppo tardi per sperare?

Posted By on Apr 18, 2016 | 0 comments


di Michele D’Alessio

 

La speranza è l’ultima a morire, ma chi visse sperando morì non si può
dire. Era il 1990, e la piena epopea rock dei Litfiba viveva un
periodo fulgente con “Gioconda”, un pezzo il cui ritornello cantato
dal frontman Piero Pelù ricorda come sulla speranza è bene fare non
eccessivamente affidamento.

A cinque giornate dalla chiusura del campionato l’Inter può ancora
sperare di agganciare la chimera del terzo posto. Questa di per se può
essere già una notizia, considerando anche che giusto una settimana fa
i punti di distacco dalla Roma erano otto, e ora sono quattro.

L’Inter ha battuto il Napoli, squadra che per tutto il campionato ha
regalato grande calcio, ma che a San Siro ha dimostrato la sua
Higuain-dipendenza. D’altro canto la compagine di Mancini ha saputo
sfoderare una prestazione determinata, compatta e da “squadra”.
Elementi che fanno ben sperare per il futuro, per la prossima stagione
in cui l’Inter dovrà continuare ad edificare sulle basi gettate nel
corso di questo campionato.

A conti fatti, il quarto posto sarebbe un netto miglioramento rispetto
alle scorse stagioni, addirittura era dal 2011 che l’Inter non
arrivava così in alto in classifica.
Thohir ha rassicurato che la qualificazione all’Europa League è
traguardo sufficiente per evitare di smantellare la squadra cedendo i
prezzi pregiati per fare cassa. La ricerca di un nuovo investitore è
proprio finalizzata a rinforzare la rosa, per puntare ancora più in
alto, sempre con Mancini alla guida tecnica.

Il tecnico jesino è però tra i principali responsabili di quel crollo
verticale durato un paio di mesi avuto dall’Inter all’inizio del
girone di ritorno. Troppi cambi di modulo, ma soprattutto poca
serenità dei calciatori in campo, che hanno avuto il merito di sapersi
ricompattare in quella notte di Coppa Italia contro la Juventus,
dimostrando carattere, forza e affidabilità.

Ora, in questa volata finale, oltre a gettare il cuore oltre
l’ostacolo nelle restanti partite, in cui per altro il calendario non
è stato così malevolo rispetto alle avversarie, non resta che sperare
in altri inciampi di Roma e Fiorentina. Sperare, appunto.

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