Massimo Fabi
La fitta pioggia di Copenaghen poteva oscurare il debutto danese alle qualificazioni per il Mondiale, ma così non è stato. Comincia bene l’avventura verso Russia2018 della Dinamite Rossa, surclassando l’Armenia per gran parte dei novanta minuti e ottenendo anche poco, con un ridotto 1 a 0, rispetto a quanto macinato. Il tecnico Hareide può sorridere, e non solo per i tre punti che permettono alla Danimarca di posizionarsi subito in testa al gruppo E. Sotto il cielo piovoso di domenica pomeriggio, il manto del Parken Stadium ha visto infatti accendersi una piccola stella accanto a quella maggiore di nome Eriksen. L’astro nascente si chiama Viktor Fischer, attaccante classe 1994 appena prelevato, dopo un quadriennio di Ajax, dal Middlesbrough neopromosso in Premier League. Esordiente in nazionale maggiore sotto la gestione Olsen, l’ex giovane ‘Lanciere’ è riuscito a dar seguito a quanto di buono fatto vedere nelle amichevoli del 2016 inclusa l’ultima con il Liechtenstein. In tandem con il centravanti Nicolaj Jørgensen, questa volta non sono arrivati gol, ma giocate deliziose e soprattutto efficaci: eccellente nel tacco smarcante per la rete decisiva di Eriksen, intelligente nel sfruttare la sovrapposizione di Ankersen, fermato solo dal portiere avversario, e infine prezioso nel guadagnare il calcio di rigore fallito poi dallo stesso perno del Tottenham. Questo è Viktor Fischer. Un attaccante moderno, ala o seconda punta di gran movimento e prorompente con palla al piede. Nato ad Aarhus, seconda città più popolosa della Danimarca , ed approdato ad Amsterdam nel 2012 all’età di 18 anni, riuscì fin da subito a trovare un posto nello scacchiere offensivo dell’Ajax vincendo due Eredivisie consecutive. Messosi alle spalle il lungo infortunio alla coscia che lo costrinse a saltare quasi l’interna annata 2014/2015, si è rilanciato a pieno lo scorso anno agendo prevalentemente come esterno di sinistra in un terzetto completato da Milik e El Ghazi. Piede destro e buon fisico, con un’altezza pari a 1.81 m, può comunque esser impiegato in qualsiasi zona del fronte d’attacco: ha mostrato tecnica, estro e voglia matta di ‘spaccare’ le difese avversarie per via di una certa progressione unita a forza atletica e a un’interessante visione di gioco.
Al di là della delusione per il titolo sfumato agli sgoccioli del campionato scorso, l’Ajax si sta quindi confermando un’azienda ‘produttrice’ di talenti da vendere poi all’estero: anticipando Milik passato in piena estate al Napoli, già da maggio Fischer aveva perfezionato il suo trasferimento per 5 milioni di euro in Inghilterra dopo un centinaio di presenze, 32 reti e 19 assist accumulati con i biancorossi olandesi. L’impatto con il Boro non è stato a dire il vero esaltante, con un solo minuto in tre partite di Premier in quanto chiuso dai più esperti Negredo, Stuani e Downing, ma rimane necessario, per poter diventare veramente grande, saper affrontare inevitabili difficoltà nel campionato più affascinante quanto difficile del mondo. Gemma sbocciata con la sua Nazionale, a 22 anni è atteso da un esame delicato a livello di club. Per la sua consacrazione fondamentale non può che essere la personalità, tallone d’Achille di molti talenti rimasti eterne promesse, sebbene per un ragazzo il cui nome rimanda alla ‘vittoria’ le speranze siano molte. Lui che, da sempre, detiene l’etichetta pesante di ‘nuovo Michael Laudrup’…