Sarà un pessimo Natale per il Milan, sconfitto in casa dalla Fiorentina e privato del quarto posto dalla Lazio. Partitaccia di un Diavolo confuso e incerottato, che nelle ultime quattro gare tra campionato e coppa ha raccolto la miseria di due pareggi e due sconfitte (con eliminazione dall’Europa League). Finisce 1-0 per la Viola, rilanciata verso l’alto da un gioiello di Federico Chiesa.
Adesso è crisi nera. Terza partita consecutiva senza segnare, diciassettesima partita consecutiva senza mostrare uno straccio di schema, di idea di gioco di qualunque tipo dal centrocampo in su.
Il Milan attuale è il nulla.
E’ il nulla a livello tecnico, se è vero che gli uomini che dovrebbero fare la differenza in tal senso (Suso, Higuain-che senso ha schierarlo in queste condizioni? Che abbia problemi alla schiena si vede dal modo in cui corre e dalla quantità di contrasti che perde, che non ci sia proprio con la testa è un sospetto che prende sempre più corpo partita dopo partita- ,Calhanoglu) giacciono al momento in uno stato tra il larvale e l’ectoplasmatico.
E’ il nulla a livello mentale, con la squadra che si squaglia come un budino al sole alla prima difficoltà, continuando al piccolo trotto senza mostrare alcuna capacità di reazione.
E’ il nulla a livello tattico, sotto la guida di un tecnico palesemente acerbo e inadeguato, capace soltanto di dare alla squadra una certa organizzazione a livello difensivo ma totalmente privo di qualunque nozione riguardo ai movimenti offensivi, lasciati alla casualità e alle invenzioni del singolo.
E’ il nullo a livello fisico, con giocatori assolutamente leggeri e inadatti a calcare palcoscenici di questo tipo, vasi di coccio in mezzo a vasi di ferro (Mauri, Calabria, Castillejo, Laxalt solo per citarne alcuni).
Ci sono delle attenuanti, è fuori discussione: un mercato fatto in fretta e furia per le note ragioni, una serie impressionante di infortuni e di squalifiche che si sono abbattuti ad ondate sulla squadra, colpendo in maniera scientifica ogni singolo reparto (prima l’attacco, poi la difesa, infine il centrocampo), una certa sfortuna in determinati frangenti (anche oggi, a ben vedere, la squadra ha preso gol sull’unico tiro in porta della squadra avversaria, e non è la prima volta che succede).
E’ il momento però di riflettere su un dato di fatto inconfutabile: le ultime due rivoluzioni societarie, gli infiniti tourbillon di giocatori delle ultime due sessioni di mercato, cos’hanno prodotto di buono tra gli 11 giocatori in campo? A leggere formazione e tabellino odierni, forse il solo Ricardo Rodriguez.
E’ francamente il momento che il “Dream Team” dirigenziale inizi a battere un colpo, a dare un senso alla propria presenza che vada al di là dei meri annunci mediatici, il tempo delle chiacchiere è finito: si faccia un mercato di gennaio intelligente e di spessore, si individui e si blocchi fin da subito un tecnico all’altezza per la prossima stagione, si lavori in maniera seria per aumentare il fatturato e gli sponsor (l’avvento del top manager internazionale allo stato attuale ha prodotto, con tutto il rispetto, La Molisana).
Francesco Morasso