La Lazio conquista l’isola, per il tesoro vedremo

Posted By on Dic 17, 2019 | 0 comments


di Marco Bea

 

C’è qualcosa di irrazionale ma, al tempo stesso, di molto potente nella Lazio attuale, entrata in un mood di convinzione e concretezza di cui ne ha fatto le spese anche il Cagliari, in un monday night del 16° turno di Serie A a dir poco rocambolesco. Nell’arco dei 7’ di recupero i biancocelesti hanno riscritto infatti il risultato e, forse, una parte del loro destino, chiudendo con un 1-2 che significa 8° successo consecutivo in campionato. Una vittoria strappata nella trasferta fino ad ora più ostica della stagione, in cui la bilancia, fino ad una manciata di giri di orologio dal termine, sembrava pendere decisamente a favore degli avversari.
Sin dall’avvio Maran è stato infatti bravo a trascinare la contesa su binari poco graditi ai capitolini, impostando una partita di nervi e guerriglia. Specie nel primo tempo i sardi hanno spezzato con sagacia i ritmi della Lazio, senza disdegnare anche mezzi meno ortodossi come quelli del fallo tattico o delle reiterate perdite di tempo, destinate a sortire però un effetto boomerang nel finale. Nella sua strategia il Cagliari non ha tuttavia rinunciato affatto a proporsi in avanti con delle fiammate di voglia e qualità, pregevoli in particolare sia quella al 7’ dell’1-0, su zampata fulminea di Simeone, che quella in ripartenza al 44’, con Strakosha costretto ad un intervento monstre su Nainggolan. Dal canto loro i biancocelesti hanno faticato come non mai a creare situazioni pericolose, sbattendo su spazi centrali oltremodo intasati e arenandosi il più delle volte anche sulle fasce, a causa anche della serata storta di Lulic. Ancora a una volta gli uomini di Inzaghi hanno però avuto la forza di mutare l’inerzia dell’incontro nella ripresa, interpretata con ben altro piglio non solo sul piano della costruzione, ma anche su quello della battaglia fisica. Pur rischiando di subire il colpo del ko sui ribaltamenti di fronte dei rivali, clamorose soprattutto le chance sciupate al 72’ da Simeone e all’86’ da Faragò, la Lazio è riuscita ad alzare il suo baricentro e a presentarsi con più costanza dalle parti di Rafael. Con un 11 ridisegnato da cambi di marca iper-offensiva, in primis Jony per Lulic e Caicedo per Radu, i biancocelesti hanno aggredito in maniera travolgente il Cagliari, andato nel frattempo in netta riserva di ossigeno, nei 7’ di recupero, di cui ben 5’ dovuti ai continui ingressi dei sanitari in campo. Il “Casteddu” è quindi franato clamorosamente a suon di spioventi in area, prima con l’1-1 al 92’ di Luis Alberto, lesto nel convertire in rete una palla vagante gettata in mezzo da uno stoico Acerbi, poi con l’incornata di Caicedo, letale nell’insaccare un bel traversone di Jony a pochi istanti dal termine degli ulteriori 30’’ di gioco concessi da Maresca, in virtù dell’ingresso di Deiola per Nainggolan al 94’.
Più che per la durata dell’extra-time i sardi devono alla fine recriminare per il loro stesso atteggiamento ostruzionistico, con il quale hanno provato a speculare su quello che è in realtà uno dei principali punti di forza di questa Lazio, ovvero la capacità di emergere alla distanza. Anche a Cagliari i capitolini hanno infatti trasmesso la sensazione di credere nelle proprie qualità e di poterle imporre fino allo scadere, restando ancorati alla partita anche nei momenti in cui, tanti altri, avrebbero alzato bandiera bianca. L’artefice di questa mentalità è senza dubbio Inzaghi, che torna ora sul continente forte di ulteriori tre punti e di una nuova iniezione di fiducia. Tre come le lunghezze di distacco dalla vetta, occupata in tandem da Juve ed Inter, che autorizzerebbero delle ambizioni di tenore diverso di quelle da Champions, che devono tuttavia rimanere prioritarie. In tal senso il dato da rimarcare è quello del margine sempre più dilatato sulle dirette concorrenti, +7 sulla 5° piazza del Cagliari, +8 sulla 6° dell’Atalanta e addirittura +15 sul tandem Napoli-Milan, in attesa di capire se la conquista dell’isola aprirà le porte dell’El Dorado per quella che, al momento, è legittimamente la terza forza della Serie A.

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