di Daniele Izzo
Festeggia nel migliore dei modi i 121 anni di storia la Lazio. Un duplice soffio, prima di Luis Albero e poi di Caicedo, per spegnere la flebile fiamma di un Parma incerottato e inguaiato dalla classifica. Una vittoria, la seconda consecutiva (non accadeva da ottobre), per mangiarsi serenamente la torta bianca e celeste ed evitare la tirata d’orecchie.
Meno sontuosa di Lazio – Cina, strana festa biancoceleste a chiusura dell’anno del Centenario, importante di Lazio – Bologna 3-1 dell’anno prima, ma sicuramente più utile alla stagione della finale di Dubai Cup persa ai rigori nel 2007, la sfida del ‘Tardini’ si è inserita nel novero di partite, giocate a cavallo del compleanno laziale, nelle quali il club capitolino ha spento serenamente le candeline senza preoccuparsi di rimproveri. Vengono alla mente le due vittorie al ‘Franchi’ di Firenze, la prima nel 2005 firmata Di Canio, Pandev e Dabo; la seconda nel 2016, con un Sergej Milinkovic-Savic sugli scudi a dimostrazione che la Capitale fu la scelta giusta. Ma non solo. Curioso ricordare la vittoria della seconda squadra della Lazio per 5-0 in uno dei primi derby romani contro l’Alba nella Coppa Viscogliosi-Baccelli del 1910.
Nondimeno mancano nel corso della storia biancoceleste le tirate d’orecchie. Come nel 1949 quando la Juventus, guidata da Parola, Hansen e Caprile, stese con un netto 4-1 la Lazio in un Comunale gremito, anche dalla nebbia. Lo stesso risultato che, quasi 50 anni dopo, allo ‘Zaccheria’ di Foggia vide la squadra di Zeman infliggere una lezione pirotecnica agli ‘zoffiani’, troppo debolmente legati al contropiede per sperare di uscire dal catino pugliese con un qualsivoglia bottino. Festa rovinata, come dieci anni fa: la Lazio celebrava all’Olimpico i 111 anni di vita e, complice un pareggio del Milan, la possibilità di issarsi al comando della Serie A. Bastava batter il Lecce, principale candidato alla retrocessione, che fin li aveva raccolto solamente un punto in trasferta. Jeda prima e Grossmuller poi lasciarono due strisce, una rossa e l’altra gialla (colori parecchio indigesti in casa Lazio), sul paracadute disceso dal cielo prima della partita, a sfregio del compleanno laziale.
Gioie e dolori, compleanni riusciti e rovinati, invitati ingombranti e guasta-feste, semplici soffi di candeline e tirate d’orecchie. La Lazio archivia il 120° anno di storia e comincia festeggiando a Parma. In attesa di venerdì sera: chi ben comincia …