La storia straordinaria dei Vigili del Fuoco di La Spezia “campioni” d’Italia 1944

Posted By on Lug 19, 2021 | 0 comments


 

di Matteo Provvidenza

 

Il racconto odierno rappresenta un reperto storico del mondo del calcio e dello sport, caduto per decenni nel dimenticatoio, ma necessario da ricordare ed essere tramandato per generazioni. Una storia fatta di uomini che superarono l’agonia della guerra, dei rastrellamenti tedeschi e della fame.

 

IL CONTESTO STORICO: IL MEDIOEVO DEL CALCIO.

Correva l’anno 1943. L’Italia era tormentata dalla Seconda Guerra Mondiale e si trovava divisa in due dal fronte, con gli Alleati che risalivano da Sud e la Repubblica di Salò con l’occupazione tedesca nel Centro Nord. In questo periodo la Federcalcio repubblichina, presieduta da Giovanni Mauro, rassicurò i tifosi che il calcio non si sarebbe fermato. Questo proclamo ebbe seguito nel periodo autunnale, quando venne annunciato il via ad un campionato nazionale misto. Il torneo venne organizzato a gironi eliminatori regionali e interregionali; le squadre vincitrici avrebbero successivamente disputato un girone finale all’italiana per l’assegnazione del titolo di Campione. Le suddette caratteristiche portano in modo consequenziale gli storici a partorire il termine di Medioevo del calcio.

 

LA PREPARAZIONE DELLA STAGIONE 1943/1944.
I gironi vennero composti per le seguenti aree geografiche: Piemonte-Liguria, Lombardia, Veneto, Venezia Giulia, Emilia, Toscana e, inizialmente, Lazio. Le partecipanti al suddetto torneo, onde evitare problematiche annesse all’occupazione tedesca post armistizio di Cassibile, dovettero adattarsi stabilendo delle partnership con realtà attive nella produzione per l’industria correlata alla guerra: il Torino con la FIAT, la Juventus con Cisitalia, l’Isola di Istria con Ampelea.
La federazione diede il nullaosta ai calciatori di potersi accasare in squadre più vicine alla loro locazione del momento, a prescindere della squadra di provenienza della stagione antecedente. Tra i trasferimenti degni di nota ricordiamo: Giuseppe Meazza (accasatosi al Varese nel doppio ruolo di giocatore e allenatore), Silvio Piola (dalla Lazio al Torino allenato in via eccezionale dall’ex CT della nazionale italiana Vittorio Pozzo) e Bruno Ispiro (dal Genoa all’Isola di Istria).

 

IL 42° CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO DI LA SPEZIA.

La città di La Spezia, piegata da numerosi bombardamenti nell’anno 1943, si ritrova a dover ricostruire una squadra di calcio dopo un’annata che vide gli aquilotti classificarsi sesti nel campionato di Serie B. Il club era stato costretto alla sospensione delle proprie attività: il presidente Perioli era stato catturato e deportato nei campi di concentramento in Germania. Giacomo Semorile, unico dirigente rimasto, contattò il comandante dei Vigili del Fuoco cittadini, Ing. Luigi Gandino, per allestire una squadra in grado di rappresentare la città della Spezia nella Divisione Nazionale. L’accordo venne raggiunto e nacque così il Gruppo Sportivo 42º Corpo dei Vigili del Fuoco di La Spezia. Venne mantenuto come allenatore Ottavo Barbieri e vennero rilevati tutti i giocatori dello Spezia Calcio, con l’impegno scritto di restituirli al termine del conflitto, nonché acquisendo i cartellini di giocatori di altre squadre in prestito. Tutti gli atleti, dopo non poche problematiche con il Ministero dell’Interno, vennero arruolati nel corpo dei Vigili del Fuoco. Questo escamotage, rappresentò uno stratagemma per sottrarre i calciatori agli obblighi del servizio militare presenti in questo anno. La rosa che affrontò il Campionato di Guerra 1943/1944 era composta dai seguenti giocatori: 3 portieri (Sergio Bani, Giuseppe Castellini e Giovanni Tavoletti), 4 difensori (Carlo Amenta, Eraldo Borrini, Sergio Persia e Wando Persia), 8 centrocampisti (Sergio Bicchielli, Rinaldo Fiumi, Bruno Gramaglia, Paolo Rostagno, Carlo Scarpato, Mario Tommaseo, Renato Tori) e 4 attaccanti (Sergio Angelini, Giovanni Costa, Angelo Medica e Vinicio Viani). La squadra, per ragioni geografiche e logistiche, venne in primis inserita nel Gruppo D emiliano assieme a Suzzara, Fidentina, Parma e Busseto. Il mezzo di trasporto utilizzato dalla squadra per le trasferte era  rappresentato da un’autobotte di fortuna modificata. Questa soluzione venne sfruttata al massimo dai pompieri-giocatori spezzini per poter barattare generi alimentari come sale e olio con altri prodotti di altre realtà durante i loro lunghi viaggi.

 

LA FASE INIZIALE DELLA DIVISIONE NAZIONALE 1943/1944.
Torino Fiat e Juventus Cisitalia passarono il turno nel girone Piemonte-Liguria; Ambrosiana-Inter e Varese dominarono quello lombardo; Venezia e Treviso passarono il Gruppo A del Veneto; Vicenza e Verona furono le due compagini che espugnarono il Gruppo B della medesima regione; Ampelea e Triestina il girone della Venezia Giulia; Montecatini Terme e Lucchese superarono il girone Toscano; per l’Emilia superarono il turno iniziale le seguenti squadre: Bologna, Cesena (Gruppo A), Faenza, Forlimpopoli (Gruppo B), Modena, Carpi (Gruppo C), Vigili del Fuoco di La Spezia, Suzzara (Gruppo B). Per quanto riguarda l’Emilia, le squadre qualificate disputarono un secondo girone all’italiana che vide prevalere il Bologna e la compagine spezzina.
L’avanzamento del fronte portò in primis al distaccamento del campionato della Regione Lazio (passato dalla FIGC repubblichina a quella del Regno del Sud a seguito della liberazione di Roma del 1944), nonché al ritiro di diverse compagini a torneo in corso in diverse parti del Paese.

Le semifinali interregionali videro prevalere il Torino per l’area Nord Ovest, il Venezia per l’area Veneto e Venezia Giulia, mentre per il girone misto di Toscana e Emilia, soltanto Bologna e Vigili del Fuoco di La Spezia poterono proseguire il campionato. Lo scontro tra la compagine ligure e quella del capoluogo emiliano vide il doppio successo dei pompieri-giocatori. Nella sfida di andata allo Stadio Dall’Ara, con il punteggio di 1-0 dello Spezia (rete di Rostagno), i disordini creati sul campo e sugli spalti dai bolognesi portarono alla sospensione della partita con assegnazione della vittoria a tavolino per 2-0 ai Vigili del Fuoco di La Spezia. La gara di ritorno vide il medesimo punteggio per forfait dei rossoblu.
Il girone finale all’italiana, quindi, prevedeva un triangolare tra la compagine dei pompieri spezzini, il Venezia e il Grande Torino allenato da Vittorio Pozzo con una rosa di futuri campioni pluriscudettati come Mazzola, Loik, Ossola e il bomber, tutt’oggi da record di reti, Silvio Piola.

 

LA FASE FINALE DEL CAMPIONATO DI GUERRA 1944.

La federazione calcistica designò l’Arena Civica di Milano come sede del triangolare finale che avrebbe stabilito il titolo di campione d’Italia 1944. Vista la posizione geografica, per i Vigili del Fuoco di La Spezia non era conveniente rimanere nella città ligure per ultimare la preparazione al grande evento. L’allenatore Ottavio Barbieri ebbe notizia di un camion di mobili vuoto in partenza per Varese e colse la palla al balzo chiedendo un passaggio. Gli aquilotti, nel percorso da Varese alla caserma dei Vigili del Fuoco di Milano, furono colti dal maltempo e arrivarono a destinazione completamente bagnati. Provvidero a sistemare le proprie divise davanti a una stufa, bruciandole parzialmente e si presentarono a disputare le partite in queste buffe condizioni.

Il 9 luglio 1944 fu la volta della partita tra Spezia e Venezia. I lagunari, vincitori dell’edizione 1941 della Coppa Italia, si rivelarono un avversario tosto per i pompieri. Sfruttando il cosiddetto “mezzo sistema”, messo a punto da Mister Ottavio Barbieri, il campo viene ben gestito dagli spezzini che si portano in vantaggio nel primo tempo con una splendida rete del centrocampista Renato Tori. Nella ripresa, complice un errore dello stopper dei pompieri Gramaglia, il Venezia pareggia i conti con il gol di Mario Astorri. Il primo incontro di questa fase finale termina in parità con un punto per ambo le squadre. Adesso sulla strada dei Vigili del Fuoco di La Spezia si presenta la corazzata granata.
Nei giorni seguenti Barbieri ebbe l’iniziativa di portare la squadra in ritiro nella caserma di Brescia, sperando di evitare le incursioni aeree alleate. Purtroppo i bombardamenti non ebbero pietà e colpirono la città bresciana in piena notte pochi giorni dopo. La squadra, con non poche difficoltà, riuscì a salvarsi e tornò all’indomani nuovamente nel capoluogo meneghino per ultimare la preparazione per l’ultimo match di questa tormentata stagione.
Arrivò quindi la data del 16 Luglio. In un’Arena Civica pressoché deserta per rischio di bombardamenti e rastrellamenti, si giocò lo scontro decisivo tra Vigili del Fuoco di La Spezia e Torino. L’allenatore della compagine spezzina affidò il drastico compito di marcatura sul fuoriclasse Valentino Mazzola al centrocampista Mario Tommaseo. La partita venne anticipata alle tre di pomeriggio per evitare rischi di incursione aree durante il match. Vittorio Pozzo, pochi minuti prima del fischio d’inizio, entrò nello spogliatoio degli spezzini pronunciando la seguente frase: “Non abbiate a male se non si gioca, per voi è meglio così, evitate di prenderne almeno tre”. La frase dell’ex commissario tecnico della Nazionale, scatenò la furia e la determinazione dei Vigili del Fuoco di La Spezia che scesero determinati sul campo. I liguri scesero in campo con la seguente formazione: in porta Bani, come libero Wando Persia, in difesa Amenta, Borrini e Gramaglia, nei ruoli di stopper Scarpato e Tommaseo, centrocampista avanzato Tori dietro al tridente di attacco formato da Costa, Angelini e Rostagno. La partita vide la formazione granata, sulla carta nettamente favorita, andare subito all’attacco con lo Spezia abile a sfruttare le ripartenze. In una di queste arriva la rete che porta in vantaggio i pompieri: Angelini scaglia uno splendido tiro che si insaccò all’angolino dove il portiere dei torinesi Griffanti non può arrivare. La galvanizzazione del vantaggio, porta i torinisti rapidamente al pareggio con il bomber Silvio Piola. I Vigili del Fuoco di La Spezia tornano in loro, reggendo sia gli attacchi granata, sia creando azioni pericolose. In una di queste il centravanti Costa scaglia un tiro sul palo e nuovamente Angelini è corsaro nel realizzare la marcatura che porta i pompieri sul 2-1. Nella ripresa, nonostante i numerosi tentativi della squadra campione in carica, il risultato non cambia e l’impresa per i liguri è fatta. Adesso, con 3 punti nella classifica del girone finale, tutto è nelle mani della sfida finale tra Torino e Venezia in programma il 20 luglio 1944. I granata, con le reti di Mazzola, Ossola e Loik, travolgono i lagunari, consegnando il titolo di campioni d’Italia ai giocatori-pompieri. Tuttavia la storia non finisce qua…

 

“ERAVAMO QUASI IN CIELO”: IL TITOLO DISCONOSCIUTO E RICONOSCIUTO PARZIALMENTE SOLTANTO 58 ANNI DOPO.

All’indomani dell’ultima partita la maggior parte dei quotidiani e riviste nazionali proclamarono i Vigili del Fuoco di La Spezia campioni d’Italia. Tuttavia, l’avanzamento del fronte e la liberazione di quasi l’intero territorio nazionale, nonché i cambiamenti ai vertici della FIGC, portarono a dichiarare nullo il campionato 1943/1944, date “le circostanze particolari” in cui fu disputato. Lo Spezia Calcio stesso, una volta terminato il conflitto, non venne ammesso al campionato di Serie A e dovette ripartire dalle serie inferiori e successivamente dalla lega cadetta.
Il titolo e le storie dei gloriosi pompieri della cittadina ligure rimasero nell’oblio fino alla svolta avvenuta nel 2002. Cinquantotto anni dopo esatti dalla storica impresa, a seguito di una mobilitazione generale di tanti intellettuali ed esponenti calcistici della città, venne riconosciuto il titolo Ad Honorem allo Spezia (con una coppa federale assegnata e la possibilità di esporre in via permanente un simbolo sulle divise da gara degli aquilotti). Nell’estate del 2020 la squadra ha centrato la prima promozione in Serie A della propria storia, con annessa una fantastica salvezza ottenuta con alcune giornate di anticipo nella stagione 2020/2021. Il calcio spezzino continua tutt’oggi a ricordare l’impresa epica di questi uomini valorosi, che sfidarono la guerra, la fame e i rastrellamenti, raggiungendo questo meraviglioso risultato.

 

 

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