Nicola Ciacciarelli
Pazza, pazza Juve. Ma vincente. Con un incredibile 4-3 i bianconeri passano a Roma e si mantengono in scia di Napoli ed Atalanta.
In 90 minuti, e più, si condensano difetti e pregi di stagione. Difficile anche immaginarla una partita del genere, figuriamoci raccontarla. Giallorossi meglio per larghi tratti di gara e fino a metà ripresa con idee più chiare rispetto a Madama, ancora una volta affidatasi ad iniziative individuali.
Nei primi 70 minuti si mostrano inadeguati giocatori come Kean e Bentancur, ma non solo. La sconfitta che si profilava era una caduta di squadra e non solo dei singoli. Il segnale evidente di problemi endemici della stagione juventina. Poi gli ingressi di Arthur e, soprattutto, Morata cambiano il volto del match. Una Roma imbambolata è schiantata da una Juve che si accende tutta d’un tratto, trovando le reti di Locatelli, Kulusevski e De Sciglio, prima che Szczesny ipnotizzi Pellegrini dagli undici metri.
A mente fredda è difficile capire se è stata vera gloria o se la complicità della Roma mourinhana sia stata complice decisiva, ma Allegri si tiene stretta la voglia di non mollare e la ritrovata capacità di creare e concretizzare negli ultimi sedici metri.