di Michele D’Alessio
Cesareo Onzar e Alejandro Gomez hanno alcune cose in comune. Intanto, entrambi sono argentini, nati a Buenos Aires. Entrambi hanno a che fare col calcio.
Ma soprattuttto, entrambi hanno messo a segno un goal direttamente da calcio d’angolo. Il cosiddetto “goal olimpico ” prende il nome proprio dalla rete messa a segno da Cesareo Onzari contro l’Uruguay, l’allora campione olimpico in carica.
Era il 1924, precisamente il 2 ottobre, quando Onzari, che all’epoca militava nell’Huracan, una delle squadre della sua città, indirizzò la sfera in rete proprio battendo dalla bandierina. Per altro, quel goal era stato regolamentato proprio nel giugno dello stesso anno. Prima, infatti, sarebbe stato irregolare.In una brumosa domenica pomeriggio bergamasca, Alejandro Gomez, conosciuto come “el Papu “, nomignolo che gli argentini affibbiano a chi è basso di statura, ha portato in vantaggio l’Atalanta proprio da calcio d’angolo, pennellando una traiettoria incredibile.
Sono rari i goal da calcio d’angolo. Gemme di balistica che ci ricordano come quando le leggi della fisica incontrano quelle del talento, si riesce a trasformare un’occasione di palla inattiva da sempre deputata ai cross (per chi, e sono in tanti, non ama i “corner battuti corti “), in un modo per andare a rete. Gomez si è aggiunto ad una schiera di altri talenti dal piede educato, come il Chino Recoba, che in una delle sue ultime uscite in nerazzurro purgò l’Empoli dalla bandierina.
Per andare più indietro si possono ricordare due argentini come Veron, ai tempi della Lazio, e Maradona.Tra i giocatori italiani famosi per il goal olimpico c’è Roberto Baggio, capace di trasformare da corner in un Lecce-Brescia di qualche anno fa.
Ma la figura più caratteristica, al quale molti appassionati ricollegano il goal da calcio d’angolo è quella di Massimo Palanca, baffuto fantasista del Catanzaro che a cavallo fra gli anni settanta e ottanta mise a segno ben tredici goal da calcio d’angolo.