Roma, enigma Pjanic: trattenerlo o cederlo?

Posted By on Mar 24, 2016 | 0 comments


di Massimo Fabi

Miralem Pjanic, un artista dalle emozioni contrastanti. Un quinquennio in cui ha emanato bellezza, tramite giocate incantevoli ed illuminanti, opposta a critiche, anche feroci, puntualmente emerse durante i cicli neri della squadra. Talento eccezionale proprio nel termine di ‘eccezione’. Con lui non sono mai esistite vie transitorie, il passaggio da amore a odio e da odio a amore è stato sempre qualcosa di fulmineo, come se questi sentimenti giacciano su uno stato di precario equilibrio.

Il ‘ teniamolo, è troppo importante’ e il ‘vendiamolo, non ha carattere’ sono infatti due reazioni standard andate in modo permanente a braccetto. Semplicemente, il pensiero su Pjanic ha rappresentato alla perfezione i tipici sbalzi d’umore dei sostenitori giallorossi, svariando in modo repentino tra esaltazione e delusione. Il futuro del regista bosniaco è un tema delicato, essendo considerato un candidato forte per una possibile e onerosa partenza estiva. Da un lato è normale che dopo cinque anni si possa valutare una cessione, e che dinanzi ad un’offerta di più di 40 milioni di euro si possa vacillare, dall’altro tuttavia si sta parlando del perno fondante della manovra della Roma. Ha avuto spesso il difetto di finire ‘dietro le quinte’ nei momenti di crisi di gruppo e di sofferenza dentro la partita, ma, a dispetto della discontinuità e presunta mancanza di personalità, Garcia si sarebbe ‘incatenato’ in caso di un suo addio, e Spalletti, colui che ha imposto ordine e disciplina a Trigoria, lo ha confermato al centro delle disposizioni tattiche, come playmaker davanti la difesa o in posizione più avanzata. Dettaglio non da poco. Sebbene con un dna offensivo, Pjanic è il Pirlo della Roma, che inventa, rifinisce, segna gol pesanti. Grazie a un piede destro d’élite, ha tolto molte castagne dal fuoco con le sue punizioni. Rimpiazzare un centrocampista giunto in doppia cifra sia negli assist che nei centri stagionali non sarebbe semplicissimo. La qualità è indiscussa, il tocco di palla è poesia. Nel pieno della carriera, Pjanic potrebbe inoltre aver trovato il tecnico ideale per cancellare i tanto discussi limiti caratteriali. Il ‘lavorare sulla testa’ dei giocatori costituirebbe un punto di svolta determinante per la consacrazione del ‘pianista’, ancora in cerca di un’assegnazione definitiva dell’etichetta di ‘campione’.. Il suo destino però è ancora un rebus, dipenderà dalle offerte di mercato, politiche societarie e dal giudizio, forse decisivo, di Spalletti. 

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