di Massimo Fabi
Perno in uno dei club più ricchi e più forti d’Europa ma “esiliato” dalla sua nazione acquisita. Questo è il paradosso di Thiago Motta, centrocampista oriundo etichettato come uno dei simboli del fallimento azzurro nell’ultimo mondiale. Dopo il ko decisivo con l’Uruguay, l’ex mediano di Genoa e Inter non è stato infatti più chiamato in Nazionale, concentrando ogni energia con il suo Paris Saint-Germain dove è riuscito a consolidare quel ruolo di indiscusso protagonista in cabina di regia.
Visione di gioco e intelligenza tecnico-tattica hanno fatto sì che Blanc abbia poche volte rinunciato all’esperienza e personalità dell’italo-brasiliano, uomo d’ordine di una colonna portante che parte da Thiago Silva e culmina in Ibrahimovic. Indicativo il fatto che il presidente Al-Khelaïfi negli ultimi tre anni abbia intrapreso enormi spese per i vari Cavani, Marquinhos, David Luiz e Di Maria senza fare un colpo grosso in mezzo al campo: Thiago Motta è lì, guardiano davanti la difesa facendo quasi da ‘fratello maggiore’ a Verratti. Vicecapitano, e risparmiato quest’anno solo in vista degli incontri di Champions, il regista di Blanc risulta fondamentale per gli equilibri di squadra, cosa che va a controbilanciare quel passo piuttosto lento oggetto di scherno e critica degli italiani durante Euro 2012 e la Coppa del Mondo in Brasile.
Sicuramente lo strapotere del PSG in Francia e il livello non eccezionale della Ligue 1 hanno consentito al giocatore di gestire al meglio la seconda parte della sua carriera. Vicini a vincere in netto anticipo il campionato, il grande obiettivo dei parigini è quello di ottenere la definitiva consacrazione in Europa dove la qualità e ritmi di gioco sono chiaramente di un altro pianeta: proprio la partita dello Stamford Bridge che ha permesso a Ibra e compagni di accedere ai quarti di Champions ha messo in luce difetti e pregi di Thiago Motta: prima il pallone malamente perso sulla trequarti provocante il pari del Chelsea, poi l’illuminante filtrante per Di Maria che servirà l’assist a Ibra per il definitivo 1 a 2. All’età di 33 anni, il Thiago Motta di oggi è questo. Non ha più la corsa né la rapidità di inserimento che lo rendevano un ottimo incursore con Gasperini e Mourinho, ma rimane un maestro nell’amministrazione del palleggio grazie a un piede mancino di tutto rispetto.
In risposta alla nomea del giocatore ‘macchinoso’ che rallenta la manovra, Motta intanto si gode un primato da ‘top player’, vale a dire il record attuale di passaggi riusciti in Champions League, con un successo pari al 94%. Nel 2017 scadrà il suo contratto e le prossime 34 primavere giocano a suo sfavore. Sorprenderebbe inoltre non vedere il club francese acquistare un ‘crack’ in mediana, dopo aver investito moltissimo in difesa e in attacco. Stando comunque alle parole del suo agente Dario Canovi, il futuro di Thiago Motta è a Parigi, città dove ha acquisito un ruolo da leader e ricevuto affetto e riconoscenza. Difficile dunque ipotizzare un suo ritorno in Italia, quel Paese che al contrario mai lo ha veramente capito salvo qualche buon ricordo lasciato nella Genova rossoblù e nella Milano nerazzurra. Un posto per l’Europeo, invece, forse….