Un viaggio nella storia, alla scoperta delle squadre dell’URSS
di Nicola Ciacciarelli
1942. Kiev è occupata dalle forze dell’Asse, come lo è tutta l’Ucraina. E così sarà per 3 anni (dal 1941 al 1944). Il campionato, dunque, è ovviamente sospeso, ma non sono annullate del tutto le attività sportive. È in questo periodo che ha luogo una delle partite più particolari e leggendarie di sempre: ”LA PARTITA DELLA MORTE”. La leggenda narra che la Start, una formazione composta per lo più da giocatori di Dinamo e Lokomotiv Kiev, sconfisse in un mini campionato, piuttosto agevolmente, tutte le formazioni composte da giocatori provenienti dalla Wehrmacht. L’ultimo avversario sconfitto fu il Flakelf (5-3), la miglior squadra dell’esercito nazista. Tutto ciò fu considerato un oltraggio dai tedeschi che, dunque, torturarono e uccisero molti dei giocatori della Start nei giorni seguenti. In realtà è vero che diversi giocatori morirono, ma non a causa di quel match. Alcuni di loro, tra cui il portiere della Dinamo Trusevich, furono portati nel campo di internamento di Syrets dove perirono in seguito, altri catturati perchè accusati di aver attentato alla vita di alcuni ufficiali delle SS. Il governo sovietico che aveva inizialmente criticato i giocatori della Start, rei di aver fraternizzato con il nemico, strumentalizzò a suo vantaggio i fatti di quella partita. Il resto è storia, anzi leggenda.
Quando nel 1945, a guerra finita, torna a disputarsi il campionato sovietico( denominato Pervaja Gruppa dal 1945 al 1949), la Dinamo Kiev è una squadra che ha perso tutti i suoi giocatori migliori durante il conflitto. Gli ucraini evitano l’ultimo posto e dunque la retrocessione, ma per quasi un decennio fanno fatica. Bisogna aspettare il 1954 per vedere la Dinamo alzare, finalmente, un trofeo. È la Coppa dell’Uniove Sovietica. Nella finale di Mosca, i gol di Terent’ev e Koman permettono agli ucraini di battere gli armeni dello Spartak Yerevan per 2-1. È solo il prologo di quel che accadrà agli inizi degli anni 60, quando la Dinamo Kiev spezza il dominio delle squadre moscovite. Biba, il ”Charlton d’Ucraina”, Viktor Kanevskyi e il capitano Turyanchik sono solo alcuni dei giocatori su cui fonda le proprie fortune Soloviev, allenatore del primo storico titolo nel 1961. Insieme a loro c’è un’ala, davvero interessante. Un ventiduenne, natio di Kiev, Valeriy Lobanovsky. Il ragazzo, però, dopo la vittoria della coppa nazionale del 1964, si trasferisce ad Odessa per giocare con il Chornomorets e poi a Donetsk per vestire la maglia dello Shaktar. Chiude la sua carriera a soli 29 anni, nel 1968, proprio quando la Dinamo ha appena vinto il terzo titolo consecutivo, il quarto in assoluto. La sua storia da calciatore si chiude in quell’anno, quella con la ”sua” Dinamo sta invece per riniziare. (Continua..)