La reazione del Napoli nei confronti di Mediaset e del servizio di Paolo Bargiggia è stata sorprendente. Il contesto, però, se analizzato fino in fondo, evidenzia chiaramente che il ‘caso-Higuain’ è tutto fuorché una situazione rosea. Si parla della clausola rescissoria del Pipita, fissata a 93 milioni, e del fatto che molto probabilmente il giocatore dovrà essere ceduto a una somma decisamente più bassa (intorno ai 60-65 milioni). Il Napoli parla di ‘deprezzamento’ dell’atleta, ma la realtà non può essere basata su questi cavilli economici.
Se il giocatore ha davvero espresso la volontà di non rinnovare per altri due anni, la società azzurra dovrà mobilitarsi per incassare la somma desiderata. E, in quel caso, il momento dell’addio sarà inevitabilmente questa estate: tutti i top club europei vorrebbero alla loro corte Higuain, ma è molto improbabile che verranno sborsati 93 milioni. Questo porterà a un abbassamento del costo dell’argentino, nonostante la clausola, perché nessuno, né la società, né un allenatore vorrebbe costringere un giocatore (scontento) a rimanere con la forza a Napoli. E se non si vende quest’anno, nel 2017 il numero 9 andrà a un anno dalla scadenza del contratto.
E poi c’è l’articolo 17 del regolamento FIFA. Semmai le due parti non trovassero un accordo comune e se Higuain rimanesse stizzito dai comportamenti della società, la soluzione sta in questo articolo che regola le norme sui trasferimenti e i contratti dei giocatori:
“L’articolo 17 delle norme Fifa prevede lo svincolo di un calciatore da un contratto in essere solo in presenza di queste condizioni:
– il calciatore che ha più di 28 anni deve aver firmato il contratto da almeno 2 anni.
– ne servirebbero tre se avesse meno di 28 anni.
In ogni caso la parte che rescinde è soggetta al pagamento di un indennizzo, che viene calcolato dalla Fifa in base ad alcuni criteri oggettivi tra i quali l’ingaggio e il tempo rimanente alla scadenza del contratto (fino a un massimo di 5 anni).
Se la rottura dell’accordo avviene all’interno del cosiddetto periodo protetto (cioè i primi due anni di contratto, che diventano 3 se l’età è inferiore ai 28 anni) il calciatore può essere sanzionato con una squalifica che va dai 4 ai 6 mesi.
A decidere sulla materia è solo la Fifa, visto che sui trasferimenti interni è sempre la federazione nazionale ad avere l’ultima parola”.
La condizione di Higuain, perciò, rientra perfettamente nei requisiti utili per applicare il regolamento FIFA. Sarebbe sicuramente il modo peggiore per concludere l’esperienza azzurra, ma se non verrà accontentata una qualsiasi richiesta del calciatore e se le due parti verranno ai ferri corti, questa potrebbe essere la prospettiva che si delineerà a fine campionato. E se la strabiliante stagione del Pipita fosse solamente il suo biglietto di addio e di ringraziamento al Napoli? Del futuro non vi è certezza, ma tra qualche mese i nodi verranno al pettine e la questione dovrà prendere una piega, bella o brutta che sia.