Complotto? I giocatori sono sempre innocenti…

Posted By on Apr 8, 2016 | 0 comments


di Alessia Fratarcangeli

 

Complotti, regali e ingiustizie: il calcio italiano vive di momenti e pensieri che esulano dal calcio giocato. I fatti incriminati accadono sul campo da gioco, le polemiche escono dagli stadi e coinvolgono le società protagoniste della scomoda faccenda. E alla fine, oltre che a farsi la guerra verbale tra di loro, i dirigenti puntano il dito sempre contro il colpevole “di default”, ovvero la classe arbitrale.

Ultimi episodio, la maxi squalifica di Higuain: al Pipita sono state assegnate quattro giornate di squalifica, ma qualcuno ha storto il naso, additando il Palazzo come complice del complotto pro-Juventus: Il Napoli entra in silenzio stampa fino a sabato. I tifosi azzurri imbufaliti mostrano sui social il loro disappunto fotografando le tessere Sky e Mediaset tagliuzzate. Sui social network esplode la campagna #iostoconHiguain. La mamma del Pipita ammonisce il figlio ma parla del fatto che le regole devono essere uguali per tutti e non ci devono essere favoritismi. Si parla di “vergogna calcistica”. Di Calciopoli mai finita e, nel frattempo, gli avvocati del Napoli, referto alla mano presentano il ricorso davanti al giudice sportivo aggrappandosi alla ‘lieve spinta’ (come riportato da Irrati). Al massimo la squalifica del Pipita verrà ridotta di una giornata; difficile che i legali riescano nell’intento di dimezzare i quattro turni.
Alla luce di tutto ciò, è possibile che in Italia sia sempre la casta arbitrale ad essere in malafede e a non svolgere a dovere il proprio lavoro? Si parla di buon esempio; però Higuain esplode di rabbia e, con aria non proprio amichevole, mette le mani addosso all’arbitro, gridandogli ‘vergognoso’, arrivando fino al punto di dover essere braccato dai propri compagni per essere allontanato. La foga agonistica ci sta, ma non giustifica un comportamento di questo tipo.

Anche il continuo appello a precedenti analoghi diventa un disco rotto: un arbitro durante un match può sbagliare e non essere in grado di gestire la situazione, ma gli altri giudici di gara impegnati nel campionato (o il giudice sportivo) non devono commettere lo stesso errore, basandosi sui casi analoghi. Un calcio più pulito, deve uscire da questa bolla del complotto. E puntare il dito contro giocatori che, a volte, mostrano il peggio di loro.

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