Storie di calcio: Finale FA Cup 1997, un marchio tricolore

Posted By on Apr 12, 2016 | 0 comments


di Michele D’Alessio

Il calcio inglese, Wembley, il 1997, l’FA Cup e tanti italiani in campo. Con ingredienti del genere, non poteva che uscire un piatto capace di passare alla storia.
Chelsea – Middlesbrough è stata la finale del più antico e prestigioso torneo di calcio del mondo, l’FA cup stagione 96-97.
Nel tempio del calcio gremito per l’occasione con 79mila spettatori, all’ora del the, scendono in campo due squadre dai percorsi opposti in campionato. Il Chelsea, allenato da Ruud Gullit, porta a casa un buon sesto posto in graduatoria, mentre il Boro, allenato da Bryan Robson è retrocesso dopo una stagione al di sotto delle aspettative.

L’atto finale di quell’annata è quindi la partita in cui in palio c’è l’FA cup, e quindi la storia. Nella storia ci entra prepotentemente un forte centrocampista italiano di origini svizzere. E’ Roberto Di Matteo da Sciaffausa che nel primo minuto di gioco mette a segno un gol memorabile. Juninho perde palla nella metà campo dei blues, Wise serve subito Di Matteo che parte dalla sua metà campo come un treno. Quando arriva ai 30 metri scaglia un destro micidiale che bacia la traversa ed entra in rete.

Soltanto dopo 45 secondi, Ben Roberts, l’estremo difensore del Middlesbrough è costretto a raccogliere la palla in fondo al sacco. Un gol che sconquassa la finale della coppa più antica del mondo, come da tradizione.

 

Poco più tardi, viene annullata una rete ad un altro italiano. Il Boro perviene al pareggio grazie ad uno stacco imperioso di Gianluca Festa, granitico difensore sardo, con una discreta carriera in serie A con Cagliari, Roma e Inter prima di emigrare oltremanica. Al momento del cross però le immagini dimostrano come Festa sia qualche centimetro più avanti rispetto all’ultimo difensore Steve Clarke.

E’ un Middlesbrough a forti tinte tricolori: in attacco col numero undici c’è Penna Bianca Fabrizio Ravanelli, in Inghilterra dopo aver stravinto nella Juventus di Lippi. Anche il Chelsea non scherza. Oltre a Di Matteo c’è Gianfranco Zola, Magic Box, ancora oggi votato dai tifosi del Chelsea come il giocatore più amato nell’intera storia del club. Per Gianluca Vialli, invece, soltanto un minuto di gara al posto proprio di Zola.

Nel secondo tempo la squadra di Gullit mette in ghiacciaia la vittoria grazie ad una rete siglata dopo un’azione da manuale. Eddie Newton con passo felpato si avvicina all’area avversaria, allarga a destra per il romeno Petrescu (esperienza nel Foggia dei miracoli di Zeman nei primi
anni novanta in serie A). Il suo cross è lungo sul secondo palo dove c’è Zola che al volo di tacco, con un’autentica prodezza, rispedisce il pallone al centro dell’area. La sfera torna a Newton che di volo calcia e raddoppia.

Il Boro non si rende mai pericoloso e così il Chelsea può tornare a sollevare l’FA cup davanti alla regina Elisabetta. Grazie a Di Matteo e Zola, una coppa vinta con un indelebile marchio tricolore.

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