di Francesco Falzarano
Ormai, manca soltanto l’aritmetica. Quattro punti dalla salvezza a due partite dalla fine, sono un ostacolo enorme. La settimana scorsa la partita della “fine”.
Il Frosinone ha dimostrato nei momenti cruciali di non avere la forza per prendersi questa salvezza. E però, l’impegno, il cuore, il sudore non sono mai mancati, e anche se spesso, come in questo caso, non sono questi gli ingredienti sufficienti.
Un plauso ai canarini va fatto. Ieri, a Milano, nella Scala del calcio, la squadra di Stellone ha dato un’ennesima prova di voglia, gruppo e soprattutto dignità. Un pareggio che lascia ancor di più l’amaro in bocca, perché con un successo contro il Milan, la salvezza poteva ancora essere sognata. Invece niente, la beffa delle beffe, arriva nel finale. Un secondo rigore dato al Milan al 92° spegne definitivamente i sogni dei ciociari.
Cosa resta? Una squadra che non ha mai mollato, che ci ha creduto, fino a piangere per la maglia giallo-blu, e che ha onorato al meglio dei tifosi che durante l’anno, sono stati un esempio per un intero movimento sportivo. Queste sono basi solide per guardare al futuro.