A colazione con Gaetano Auteri. ” Voglio proseguire e allungare il progetto Benevento Calcio”.

Posted By on Mag 31, 2016 | 0 comments


di Francesco Falzarano

 

INTERVISTA ESCLUSIVA AL TECNICO DEL BENEVENTO CALCIO.
 
Interessante ed esaustiva chiacchierata con il tecnico del Benevento Calcio vincitore del girone C di Lega Pro. Ecco l’intervista completa in esclusiva per Socialfootballtv.
 
Mister, è arrivato a Benevento nel mezzo di un cambio societario, eppure è sempre sembrato molto entusiasta della sua scelta; con il senno di poi immaginava un epilogo del genere?
Immaginare un epilogo del genere era difficile, però essere determinati dal punto di vista del lavoro e convinti di poter e voler ottenere il massimo, soprattutto con il confronto settimanale contro i nostri avversari, questo sì sempre, fa parte della mia filosofia e del mio modo di lavorare. C’è stato il passaggio societario, ed è stata un’estate un po’ travagliata, però abbiamo avuto sempre l’avvocato Vigorito vicino, e ci ha sempre “tutelati”come primo sponsor della società. Il modello organizzativo era quello che lui negli anni passati aveva stabilito, abbiamo lavorato bene. Mai è venuto meno il pensiero di voler ottenere il massimo, appartiene alla mentalità che cerco di trasferire alle mie squadre.
 
Qual è stato il rapporto con l’Avv. Vigorito da un punto di vista umano?
E’ una persona speciale che ha un grande ascendente sui calciatori, sa toccare i tasti giusti ed è una figura determinante. Ama il confronto e ama relazionarsi con gli altri, ed è sempre molto presente.
 
Quanto è importante per lei la presenza costante di una società?
E’ fondamentale, perché si lavora insieme. L’allenatore da solo può poco se non c’è il contributo della squadra; allenatore e squadra da soli possono poco se non c’è una società solida alle spalle che da un modello organizzativo e ti mette in condizione di lavorare al meglio attraverso le strutture e i collaboratori, è sempre un lavoro di equipe. I risultati, o meglio la progettualità dei risultati si ottengono attraverso il contributo comune. Se c’è una componente che viene meno, da una parte si costruisce dall’altra si distrugge, sono cresciuto e ho sempre lavorato così, dal punto di vista della mentalità e della professione che faccio; e ritengo che questa sia la strada giusta.
 
Quale è stata secondo lei, se c’è stata, la chiave motivazionale e psicologica per la vittoria del campionato?
Le motivazioni i giocatori dovrebbero averle sempre perché fanno questo lavoro con passione e tutti dai più giovani ai più grandi vogliono crescere e darsi una dimensione sempre migliore, ma questo fa parte della natura dell’essere umano. Un aspetto fondamentale nella crescita, e nella nostra crescita, è come ottieni i risultati; la squadra è cresciuta in una maniera esponenziale perché, anche nel girone d’andata dove i punti non erano direttamente proporzionali alle prestazioni, la squadra ha sempre avuto una grande lucidità di gioco e quando ottieni i punti attraverso i meriti e le prestazioni perché dimostri di essere superiore partita dopo partita all’avversario ti fa acquisire maggiore consapevolezza. Se fai punti in virtù di fatti episodici senza grandi meriti la squadra non acquisisce coscienza. E’ stato un percorso graduale, le prestazioni si fanno grazie al lavoro settimanale. Giochi per come ti alleni.
 
C’è stato un momento in cui ha capito che questa squadra avrebbe potuto vincere il campionato?
Sempre, e non parlo di speranza, perché è un concetto astratto e non reale; la voglia, la motivazione quotidiana durante gli allenamenti ci sono sempre state. Le partite di calcio si vincono quando dimostri di essere superiore all’avversario sotto “tutti” i punti di vista, e quando lo fai puoi continuare a vincere. Se non riesci ad essere superiore dal punto di vista del possesso, della supremazia, delle occasioni che crei e che non concedi, da un punto di vista tecnico e tattico, sei destinato a durare poco. Non c’è stata una tappa precisa, ma tanti momenti in cui ho realmente creduto di poter arrivare infondo tipo la partita di Catania all’andata, ma anche Andria oppure Foggia dopo tre giornate di campionato. La squadra ha sempre avuto una grande identità. Inizialmente abbiamo fatto fatica a trovare la sintonia su alcuni aspetti perché eravamo nati figli di un’estate difficile. Se avessimo fatto delle scelte diverse, o se ci fosse stata un’estate un po’ più semplice programmando in tempo e per tempo, nel girone d’andata non avremmo raccolto meno di quanto seminato, pur facendo sempre ottime partite. Siamo cresciuti dal punto di vista fisico, mentale e abbiamo recuperato giocatori importanti reduci da alcune problematiche fisiche nel corso degli anni hanno avuto bisogno di un po’ di tempo per ritrovare la condizione fisica ottimale; assorbiti tutti questi aspetti durante il lavoro quotidiano; individualmente e collettivamente siamo cresciuti esponenzialmente sotto tutti i punti di vista necessari per essere superiori agli avversari.
 
E’ sempre stato una garanzia per i tifosi, anche inizialmente; ha realizzato di essere entrato nella storia di questa città e di essere entrato anche umanamente nel cuore dei tifosi?
Capiamo quotidianamente, grazie a tutti i tifosi, di essere entrati nella storia di questa città, questo avvenimento rimarrà nella memoria, ma un professionista deve essere bravo a guardare avanti.  Da un punto di vista umano sono molto molto contento, cerco di relazionarmi sempre con educazione e rispetto, ma questo lavoro ti porta a sfuggire dalle emozioni, perché ti concentri sempre su quello che deve essere, così dopo aver gioito, ed essermi anche emozionato per il raggiungimento di un obiettivo importantissimo, la testa va alla programmazione futura.
 
Uno sguardo al futuro, quali sono le maggiori difficoltà e le principali differenze nel passaggio da Lega Pro a Serie B?
C’è una grande differenza, le categorie sono fatte per questo. E’ un gradino più alto è un livello diverso, da un punto di vista tecnico, fisico, meno da un punto di vista tattico, poiché il calcio a tutti i livelli è simile. Ma è una dimensione totalmente diversa, ci confronteremo con piazze importanti, con stadi importanti, bisogna abituarsi mentalmente anche ad entrare in campo in stadi come quello di Verona, Bari dove c’è grande tradizione, cultura e dove l’impatto è notevole. Ci dovremmo attrezzare.
 
Chi vincerà i play-off ?
I play-off sono un terno a lotto, nel senso che sono partite dove se ti gira male il rischio è che chi ha maggiori qualità e potenzialità possa essere estromesso. Il Foggia è la squadra con maggiori credenziali, l’avevo detto anche ad inizio campionato perché aveva un progetto importante e già avviato, è fallito momentaneamente, perché il Benevento è partito dopo, e ha vinto prima di loro.
 
Lei ha un altro anno di contratto, visto che non ci sono state ancora certezze; i tifosi voglio sapere, quale sarà il suo futuro?
Io voglio proseguire questo progetto, e perché no anche allungarlo.  Adesso siamo entrati in un’altra dimensione, ho parlato con la società. Vorrei fare un progetto ulteriore a due anni per poter costruire insieme a tutti un Benevento che si stabilizzi in quella che è la seconda categoria calcistica italiana. Dobbiamo lavorare e costruire un progetto insieme per il bene del Benevento.

 

 

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