Brasile-Haiti, non solo calcio

Posted By on Giu 9, 2016 | 0 comments


Di Nicola Ciacciarelli

 

Che Brasile-Haiti non fosse una partita era piuttosto lecito attenderselo. I verdeoro, reduci da una prestazione non brillante con l’Ecuador, non potevano sbagliare la gara con gli uomini di Neveau. Un match dal sapore comunque particolare, se è vero che dal 2010 un contingente brasiliano inviato dall’allora presidente Lula è presente ad Haiti in missione umanitaria. Le motivazioni sono diverse e riguardano la storia recente del paese caraibico, non proprio baciato dalla fortuna. L’isola haitiana fu colpita nel 2004 dal violentissimo uragano Jeanne che provocò più di 500 morti e ben 80.000 persone persero la casa. Peggio fece ilterremoto sei anni più tardi: 222.000 morti e circa 300.000 feriti. Ad oggi Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo, il più povero addirittura se si considerano solo le nazioni dell’emisfero nord. L’80% della popolazione vive in una condizione di povertà degradante e più di metà vive con meno di un dollaro al giorno. A peggiorare le cose ci hanno pensato i continui cambiamenti politici dell’ultimo ventennio.

Ieri, invece, di pietà non ne ha avuta il Brasile, tornato a brillare dopo diverso tempo. Ci ha messo ovviamente del suo l’allegra difesa haitiana, ma nell’undici di Dunga comincia ad intravedersi qualcosa di buono e che ricorda Selecao nettamente più forti. Le accelerate di Willian e le giocate di Coutinho (tripletta per lui) hanno la capacità di creare il famoso” uomo in più”. Caratteristica tutta brasiliana è la posizione altissima dei due terzini di difesa, i ”volanti” come vengono definiti dalle parti di Rio. Con l’assenza di Neymar urge trovare un finalizzatore affidabile. Chissà che la Copa Amèrica non possa essere il trampolino di lancio del tanto pubblicizzato Gabriel Barbosa, detto Gabigol.

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