Cile bello, ma non…Bravo

Posted By on Giu 15, 2016 | 0 comments


Massimo Fabi

 

Niente sorprese ‘scioccanti’ al Lincoln Financial Field di Filadelfia. Seppur con qualche scricchiolio di troppo, il Cile fa il suo dovere superando Panamá per quattro reti a due e conquistando i quarti di finale. Quella del Centenario è una edizione per la Roja giunta forse in un momento storico sbagliato, in cui c’è più da perdere che da guadagnare: il successo nella Copa America 2015 è del tutto recente, non si poteva non prendere in considerazione la possibilità di presentarsi a tale appuntamento piuttosto scarichi, oltre che ‘scossi’ dall’addio di Sampaoli certificato solo a gennaio. Contro i centro-americani si è vista invece una squadra affamata, motivata nel passare il turno ad ogni costo e anche forte caratterialmente, riuscendo presto ad annullare il vantaggio iniziale degli avversari firmato Camargo. La nota lieta arriva dal gioco offensivo del 4-3-3 di Juan Antonio Pizzi: un modulo nuovo, conseguente all’esclusione tra i convocati del trequartista Valdivia e che straripa sulla formazione di Gomez orfana di ben quattro titolari squalificati ma orgogliosa fino all’ultimo. La Roja ha dominato grazie a una manovra a tratti spettacolare, colorata da un Sanchez in condizioni eccellenti, dalle solite incursioni di Vidal e dalle continue sovrapposizioni dei terzini Isla e Beausejour. Si sblocca il gioco dei sudamericani, si sblocca così anche Edu Vargas che in nazionale riesce a trovare una gloria mai avuta a livello di club. Quattro reti splendide, due a testa per l’ex Napoli e il El Niño Maravilla. Se in avanti il Cile è la ‘grande bellezza’, dietro al contrario emergono nette lacune manifestate in errori di concentrazione e in tante occasioni concesse specialmente nella ripresa. Sofferente la velocità dei panamensi, la Roja sembra mancare di quell’equilibrio, attenzione e compattezza decisivi nel trionfo dello scorso anno: fragilità intraviste al debutto con l’Argentina e che possono esser pagate ai quarti con il Messico o in un’ipotetica semifinale contro la Colombia. Fondamentale sarà poi recuperare mentalmente il portiere e capitano Claudio Bravo, protagonista di due ‘infortuni’ non degni di un campione del suo calibro. Andini croce e delizia, ma Pizzi, che prima di questa competizione aveva guidato la nazionale solo in due incontri ufficiali, può far affidamento a un attacco che mantiene gli standard delle notti di Santiago. Raggiungendo l’obiettivo minimo, ossia il passaggio del turno, il Cile evita le figuracce di Uruguay e Brasile.

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