di Francesco Falzarano
Finale inaspettata? Forse sì o forse no, dipende dai punti di vista. Se da un lato troviamo l’Argentina delle meraviglie praticamente obbligata alla vittoria, dall’altra abbiamo il Cile, campione in carica, che nessuno si aspettava in finale. Molti la davano per appagata, altri sottolineavano come dall’addio di Sampaoli la Roja non fosse più la stessa, e avesse perso quella fame che l’ha contraddistinta negli ultimi anni. In parte é vero, in parte no. L’Albiceleste ha dominato questa Copa del centenario; una squadra pazzesca che sembra essere maturata soprattutto nella testa, oltre che dispone di singoli al top della condizione fisica e mentale. Tutto va in una direzione, con Messi che finalmente diviene vincente anche con la nazionale. Un popolo incollato a New York quello argentino dopo le due finali perse consecutive tra mondiale e Copa America, lo scorso anno proprio contro il Cile. Due le maggiori controindicazioni: l’Argentina contro il suo incubo peggiore e l’ossessione di vincere una Copa che manca dal ’93. Arriviamo al Cile; morale alle stelle e voglia di confermarsi questi gli ingredienti fondamentali. Ha cambiato marcia la squadra di Pizzi dopo il girone trascinata non solo dai soliti Vidal, Sanchez e l’idolo Edu Vargas, ma anche dai vari Orellana, Puch, Fuenzalida. Un cambio generazionale doloroso che andava fatto. Pizzi si è preso una responsabilità non da poco. Scommessa vinta e il popolo della Roja sogna la doppietta. Da un punto di vista tecnico non ci sarebbe storia, ma il Cile ha dimostrato come si può battere questa Argentina. Sarà il ritorno al successo della Nazionale Albiceleste o l’ennesima delusione? Ci sarà la storica doppietta Cilena che consacrerebbe la Roja nell’Olimpo mondiale o o ci sarà la sconfitta di chi ha il suo destino segnato. Attendiamo, stasera a New York avremo tutte le risposte.