MARCO CANNAVICCIO
Zlatan Ibrahimovic con la maglia del Manchester United, adesso abbiamo anche l’ufficialità. Risaputo che il club inglese, con Mourinho in panchina, fosse la destinazione più gradita dell’asso svedese, ma conoscendo l’ossessione di Zlatan per la coppa dalle grandi orecchie sorge spontanea una domanda: è stato Ibra a non voler andare in un club che ambisse alla conquista della Champions, o sono i maggiori club europei ad averlo scartato?
Analizzando la situazione dei top club europei la seconda ipotesi appare come la più probabile. Partiamo da un dato di fatto: Ibra ad ottobre avrà 35 anni, ma nonostante ciò lo svedese pretende ancora ingaggi da capogiro e il posto titolare assicurato. Se ad uno stipendio a dir poco faraonico, si aggiunge il non poter rientrare in nessun modo dei soldi spesi grazie ad una cessione futura, ecco che acquistare Zlatan non era una soluzione preferibile dai top club.
Nè dal Manchester City (per la presenza di Guardiola), nè dal Bayern (per stile di gioco e presenza di Lewandowski). Le uniche piazze davvero appetibili per Zlatan erano Real e Atletico Madrid. Se i Galcticos ad oggi sono coperti da Benzema, il quale è una garanzia assoluta e non avrebbe senso metterlo in competizione con Ibra, da questo punto di vista l’Atletico sarebbe potuta diventare la prossima squadra dello svedese, ma così non è stato. Se è assodato infatti che i biancorossi sono alla ricerca di un bomber, è altresì vero che il gioco del Cholo verte tutto sulla corsa, sul sacrificio e sull’umiltà, tutte caratteristiche che mal si sposano con il personaggio Ibrahimovic, da sempre abituato ad avere una squadra che giochi tutta per lui. Lo United appare la scelta non solo più logica, ma forse leggermente obbligata per un calciatore che ha fatto la storia del calcio, ma che ad oggi non può più essere considerato una prima scelta a livello mondiale.