Francesco Falzarano
Un addio improvviso, inaspettato, e che ha preso in contropiede città e calciatori. Che strana la storia di De Zerbi con il Foggia, un amore che va al di la dei risultati, un amore purtroppo destinato a svanire senza lieto fine, proprio come capita nelle storie più sentite. Arriva a Foggia in punta di piedi, alla prima vera esperienza in panchina. Succcessore di un Padalino, idolo, che aveva riportato il Foggia nei professionisti. Voluto, difeso e supportato al 100% dal Ds Di Bari, artefice poi dell’esonero. In poco tempo conquista la fiducia di tutti, il suo 4-3-3 stile Zemaniano, ma molto più vicino al Guardiolismo entusiasma una piazza che torna a sognare. Ma se il primo, è l’anno della sorpresa, il secondo dovrebbe essere l’anno della consacrazione. Acquisti mirati, spese folli, il Foggia parte dichiaratamente per vincere il campionato. Le cose non vanno al meglio, iniziano le prime frizioni con alcuni membri della società, su tutti il Ds Di Bari proprio lui. Un esonero che poteva manifestarsi più di una volta lo scorso anno, sventato da calciatori e tifosi, tutti uniti con il proprio allenatore. La finale persa con il Pisa, era la fine di un ciclo.Il tecnico invece, decide di restare a Foggia, rifiutando la serie A e non solo. Il suo carattere il neo più grande, un carattere da smussare, per sua stessa ammissione, sia da un punto di vista comportamentale che tecnico – tattico. Alla base del divorzio, un alterco importante, forte con Di Bari, dove sono volate parole grosse, difficili da mandar giù. Una lettera strappalacrime, quella di De Zerbi, rivolta al Foggia e a Foggia, una creatura che non è più sua ufficialmente. Esonerato alla vigilia di ferragosto, e ad un tiro di schioppo dall’inizio del campionato. Doveva essere lui ad andar via, alla fine è stato il Foggia ad esonerarlo. E forse ora incomincia la nuova carriera di Roberto De Zerbi.