Nicola Ciacciarelli
Buona la prima. La Juventus più attesa degli ultimi anni batte la Fiorentina 2-1 allo Stadium. Gara tutt’altro che semplice, come prevedibile, che ha messo in mostra pregi e difetti degli uomini di Allegri. L’inizio dai ritmi vertiginosi e dal pressing alto impaurisce i gigliati. Predominanza bianconera per quanto riguarda le occasioni da rete, un po’ per l’evanescenza negli ultimi sedici metri degli uomini di Sousa, un po’ per la bravura del trio difensivo juventino. Il vantaggio è firmato Khedira ed arriva grazie all‘inserimento da dietro del tedesco, un suo marchio di fabbrica. Nella ripresa, però, Paulo Sousa dà sfoggio del suo acume tattico.
Fuori il pur bravo ed intraprendente Chiesa (figlio di Enrico) e dentro Tello, appena tornato da Barcellona, con Bernardeschi spostato al centro. Il gioco dei viola trova improvvisamente sbocco per vie esterne. I cambi di gioco mettono in difficoltà i bianconeri, in special modo Alex Sandro. Il brasiliano va in ambasce e proprio da un suo svarione nasce il calcio d’angolo dell’1-1 firmato Kalinic. Il ritmo Juve non è nè quello forsennato dei primi quindici minuti e neanche quello ,comunque più che discreto, dei secondi trenta della prima frazione, ma appena i campioni d’Italia si riaffacciano nell’area di rigore ospite fanno male. La rete del 2-1 porta la firma di Higuain. Il movimento con cui ”porta via” Astori è da applausi. C’è spazio così per l’inserimento di Khedira, ben imbeccato da Asamoah (migliore in campo), tiro dell’ex Real respinto e tap-in vincente per niente banale del Pipita. Quando il ritmo cala, e non poco, sono i campioni a far la differenza. Con piccoli dettagli, piccole furbizie, decisive in verità per chi ambisce ai massimi traguardi.