Marco Cannaviccio
Ci sono vittorie e vittorie: alcune regalano certezze, mentre altre sono buone solo ai fini della classifica. Il successo della Lazio a Bergamo rientra fortunatamente nel primo caso, con la squadra di Inzaghi che vince con merito una sfida che solamente Marchetti ha rischiato di rovinare. Il fattore che più ha inciso ai fini della vittoria finale e che è al centro dell’odierno inside è l’equilibrio. L’Atalanta di Gasperini, al contrario dell’Atalanta di Reja, dopo aver subito la rete dello svantaggio si è gettata in avanti senza curarsi minimamente delle conseguenze e prestando il fianco alle micidiali ripartenze laziali. Il voler recuperare un risultato con ogni mezzo è cosa buona e giusta, ma non ci si può lanciare all’arrembaggio come se non ci fosse un domani andando a compromettere del tutto un match che non era giunto neanche al giro di boa. La Lazio invece, dopo un’annata assai complicata dal punto di vista difensivo, ha dimostrato come un De Vrij al 60% e un lavoro di collaborazione tra i reparti possano donare equilibrio, quadrature e solidità soltanto sognate la scorsa stagione. La forza dell’Atalanta erano le corsie laterali ed ecco che Kishna e soprattutto Lombardi hanno dato fondo a tutte le energie a disposizione per ripiegare, aiutare e compattare l’intera squadra in fase di non possesso. La Lazio, pur rimanendo troppo chiusa nella ripresa, ha dimostrato come la collaborazione tra i reparti sia di fondamentale importanza e che non si possono raggiungere i risultati sperati senza un naturale equilibrio tattico.