Luigi Pellicone
Questione di testa. E c’entra poco l’occasione sciupata da Florenzi. La quintessenza di Roma – Cagliari è negli ultimi minuti di gioco. Palla sbagliata da Dzeko, autore peraltro di una buona prova (suo l’assist per il secondo gol siglato da Strootman). Il tecnico non contiene le proprie sensazioni, si lascia cadere a terra e prende a pugni l’erba. Un gesto figlio dell’esasperazione: ancora una volta, la Roma, nel momento topico, si fa sopraffare dalla paura di non farcela. E puntualmente, non ce la fa.
Tre indizi, Porto andata e ritorno e Cagliari questa sera, fanno una prova: la Roma fila che è un piacere finche la partita si muove sui binari che predilige. Nel momento in cui si palesano difficoltà, diviene assolutamente incapace di gestire la tensione. Il famoso “piedino”.
Tornare con i tre punti dall’Isola, non era impossibile: bastava mantenere la calma, non lasciarsi attanagliare dalla paura. “Piedino” però ha bloccato le gambe già provate dal match di mercoledì. Esattamente l’opposto di quanto accade nella panchina di Rastelli. Ottima, la prova del Cagliari che non ha mai mollato la presa, neanche quando è andato sotto di due gol e anche sullo 0-2 ha saputo mantenere la calma e restare in partita. Questione di testa e approccio mentale al match: ciò che differenzia una buona squadra, da una grande squadra.