Nicola Ciacciarelli
Cuadrado sì, Witsel no. Questo il riassunto dell’ultima giornata bianconera di calciomercato, chiuso in attivo di un milione circa. Una sessione a dir poco movimentata, sia in entrata che in uscita. Analizziamo nel dettaglio cosa è andato e cosa non, nell’estate juventina.
COSA SERVIVA: Per competere ad altissimi livelli in Europa serviva l’acquisto di un attaccante di razza, che potesse portare in dote 25-30 reti a stagione. Tramontata l’ipotesi della conferma di Morata, Beppe Marotta ha rotto gli indugi, pagando la clausola (90 milioni) di Gonzalo Higuain e garantendosi così uno dei migliori bomber in circolazione. Prima dell’argentino era stata la volta di Miralem Pjanic. Il bosniaco rappresenta un perno fondamentale nell’idea di squadra di Massimiliano Allegri. Presente e futuro di una formazione che ha necessariamente bisogno dell’inventiva dell’ex Roma. Regista basso, all’occorrenza rifinitore, è l’uomo che è più mancato ai bianconeri nella scorsa campagna europea. Capace di dettare tempi e ritmi di gioco , magari anche rallentandoli. Pjanic avrebbe fatto stracomodo alla Juventus di Monaco di Baviera, rimontata nell’ultimo quarto d’ora di gara, perchè senza giocatori dalle caratteristiche simili. Miralem si è visto, finora, solo in amichevoli. Un po’ per problemi fisici, un po’ perchè non si è inserito alla perfezione nei meccanismi di Allegri. Il tecnico lo aspetta e l’incoraggiante inizio di stagione non mette fretta. Marotta e Paratici hanno puntellato la difesa con il prestito, con diritto di riscatto, di Benatia, positivo all’esordio con la Lazio. Importante l’arrivo a parametro zero di un uomo d’esperienza come Dani Alves e del jolly offensivo Cuadrado (prestito oneroso), cavallo di ritorno dal Chelsea. Ha già fatto intravedere doti importanti Marko Pjaca, strappato alla concorrenza di Napoli e Milan a suon di milioni, 23 per l’esattezza. Classe 95′, il talento croato ha il futuro dalla sua parte, ma anche il presente sembra promettere bene.
COSA MANCA: Se gli addii di Morata, Zaza e Pereyra sono stati considerati quasi fisiologicici e indolori, lo stesso non può dirsi per Paul Pogba. La sua cessione e la lungadegenza di Marchisio, a cui va aggiunto il mancato arrivo di Witsel, provocano un innegabile indebolimento della mediana bianconera, a livello di personalità e imprevedibilità. Al momento ci ha pensato Sami Khedira a non farli rimpiangere e, tutto sommato,Asamoah e Lemina non hanno sfigurato, fornendo sostanza ad un centrocampo poco incline a frizzi e lazzi. In Europa, però, la situazione potrebbe farsi leggermente più complicata. L’impressione è che tutto sia nelle mani, ops, nei piedi di Pjanic. Saprà sopportare il peso di cotanta responsabilità l’ex giallorosso?
PROSPETTIVE: Le prime due giornate di campionato l’hanno dimostrato: la Juve è, anche quest’anno, la squadra da battere. I bianconeri hanno una potenza di fuoco con pochi eguali. L’organico di Madama è ben fornito e permette ad Allegri di studiare miriadi di situazioni tattiche e moduli diversi. In Europa i bianconeri sono attardati rispetto a Bayern, Barcellona e Real, ma il gap, almeno quello tecnico, si è leggermente assottigliato negli ultimi anni. Obbligatorio ottenere il pass per gli ottavi, possibilmente da primi. Da marzo in poi, condizione fisica e dettagli tecnico-tattici faranno la differenza. L’obiettivo semifinale è tutt’altro che impossibile.