Luigi Pellicone
Sette partite in venti giorni. Quanto basta, alla Roma e, soprattutto, a Spalletti per scavare nella profondità della rosa e capire la ricchezza (in tutti i sensi) delle riserve. Auree o plumbee? In superficie, l’aria è rarefatta, intossicata dalle polemiche. Ogni giorno una. Nel complicarsi la vita, la Roma ha pochi rivali: le parole di Nainggolan non sono leggere, la risposta di Spalletti eloquente. Tutto però, ruota intonro a Totti.
Totti, Totti, fortissimamente Totti. Spalletti è chiaro: è un genio, ma va gestito e sfregare troppo lampada e muscoli potrebbe rivelarsi controproducente. Ciò non significa che non giocherà: di certo, non tutti i 90′.
Opportuno quindi, guardare e cercare altrove. Iniziando dalla difesa. Alisson: gioca o no? La sensazione è che il portiere brasiliano avrà una chanche. Sinora Szczesny, del resto, non ha brillato. Scontata anche la presenza di Fazio, anche per testare che effetto fa la difesa senza Juan Jesus, o magsri dirottalro a sinistra. Da quella parte, però, c’è curiosità su Seck: l’esterno mancino è più di una semplice scommessa? A centrocampo largo a Paredes. EGerson? Dovrebbe, potrebbe, trovare spazio solo se uno fra Nainggolan e Strootman rifiatassero. Oppure se Spalletti optasse per una staffetta. Certo, sarebbe curioso se il brasiliano non trovasse spazio neanche in Europa League in un girone, fra l’altro, non impossibile e che concede il lasciapassare alle prime due classificate. Lì davanti, Iturbe avrà un’occasione e farebbe bene a sfruttarla: El Shaarawy ha il diritto/dovere di riprendere maglia e fiducia. In attacco, possibile staffetta Dzeko Perotti.