LUIGI PELLICONE
Italia – Spagna, dimenticare Saint Denis. Da fine giugno, il mondo si è rovesciato, o meglio e non è detto che mostri il volto migliore all’azzurro sbiadito vistoin Israele. Spagna favorita, e non solo per la differenza di classe. Molto, se non tutto, dipende dall’approccio alla gara degli azzurri. Ventura riuscirà a trasmettere l’animo e la vis agonistica degli ottavi di finale di Euro 2016? Legittimo nutrire dei dubbi.
Il 3-5-2 di Ventura è lontano parente di quello di Conte. Né migliore, o peggiore. Semplicemente diverso: anche nelle scelte. Punta sul possesso palla, più votato a costruire che ad aggredire. In questo senso, il rischio è enorme: metterla sul piano del palleggio con gli spagnoli, non sembra una grande idea. Forse per questo Ventura preferirà un centrocampo di lotta e corsa più che di governo. Inutile cercare il pressing alto, che, se eluso, rischia di aprire varchi pericolosissimi alle spalle del trio difensivo, considerato l’agilità di Silva e Nolito nel muoversi fra le linee. Preferibile un “arrocco” accorto e puntare sulle ripartenze organizzate: guai a schiacciarsi. Piuttosto posizionarsi una decina di metri oltre la propria trequarti, chiudere gli spazi e seguire a uomo i centrocampisti spagnoli, considerando, che con ogni probabilità, le Furie Rosse beneficeranno del possesso palla. Rotte le linee di passaggio, indispensabile attaccare uomini e spazi e, riconquistata palla, essere rapidi nella transizione. Due scelte lì davanti: il lancio lungo per Pellè, o la verticalizzazione ad innescare Eder. Evidentemente sfruttare le fasce, con rapidi cambiamenti di gioco per sorprendere la linea difensiva “roja” presumibilmente alta o le incursioni di Parolo. De Rossi avrà un ruolo fondamentale nel coprire la difesa e distribuire il gioco. Alternativa lancio lungo affidata ai piedi educati di Bonucci.
Capitolo formazione: scelte molto discutibili. Pesante l’assenza di Chiellini, folle rinunciare a Verratti, discutibile puntare su Eder e Pellè, considerato lo stato di forma di Immobile e Belotti. Ventura si assume responsabilità e rischi. L’unico augurio è che alle 22.45 abbia avuto ragione lui.