Destino beffardo, eppure non tutto può essere legato al caso. In occasione del centenario della CONMEBOL, nel giugno del 2016 si gioca la Copa America Centenario.
Riflettori puntati su Argentina e Cile, ovvero le due finaliste dell’anno passato, che ha visto gli uomini di Sampaoli, guidati da Vidal e Sanchez, alzare per la prima volta il trofeo.
Il destino vuole che entrambe le ultime finaliste giochino nello stesso girone: l’Albiceleste si classifica prima, con 9 punti, la Roja seconda con 6: lo scontro diretto è vinto dall’Argentina per 2-1. Il Brasile viene incredibilmente eliminato in un gruppo composto da Haiti, Perù e Ecuador.
Nei quarti di finale l’Argentina travolge per 4-1 il Venezuela mentre a Santa Clara il Cile ne fa 7 al Messico. Non è un caso, ma la semplice conferma di quanto visto l’anno prima: Argentina e Cile sono le due nazionali sudamericane più forti. In semifinale l’Argentina ne fa altri 4 agli Stati Uniti mentre il Cile vince per 2-0 contro la Colombia. Si ritorna al punto di partenza. Messi ha l’ennesima occasione di vincere un trofeo con la propria nazionale. Il Cile può confermarsi per due anni consecutivi. Neanche a farlo apposta: la partita è una fotocopia della finale dell’anno prima.
Il Cile si difende con i denti, spendendo falli e rendendo sterile la superiorità tecnica dell’Argentina. Higuain conferma di non avere un gran feeling con le finali, fallendo due nitide palle gol. Messi non brilla. Si va, di nuovo, ai rigori. La qualità tecnica adesso non conta nulla. Arrivati a questi livelli, tutti gli uomini in campo sono in grado di calciare correttamente un rigore. Serve sangue freddo. Troppa la pressione sulle spalle dell’Argentina. Vidal tira il primo rigore e lo sbaglia; sul dischetto Messi: errore anche per il fenomeno argentino. Non c’è niente da fare. Il Cile non sbaglia più, e dopo l’errore di Biglia sul dischetto di presenta Silva. Gol. Argentina seconda, di nuovo. Messi secondo, ancora, con la nazionale: medaglia d’argento in Brasile, Venezuela ( copa America 2007), Cile e USA. A fine partita dichiara l’addio all’Albiceleste. Decisione presa a mente calda, qualche mese dopo tornerà a difendere i colori dell’Argentina.