Zoff, Peruzzi, Manfredonia, Nedved, Laudrup, Casiraghi, Laudrup, Silvio Piola, Di Canio, Hansen, Nando Viola. E non solo. Juventus-Lazio andrà in scena il 22 gennaio, il giorno successivo al compleanno di Gabriele Pin, prodotto del vivaio bianconero.
”Sei la più lunga estate della mia vita”, canta il romano Eros Ramazzotti, tifoso bianconero. E l’estate del 1986 il futuro vice di Cesare Prandelli non la dimenticherà mai: trasferitosi alla Lazio dopo aver festeggiato la prima Coppa Intercontinentale e il ventiduesimo tricolore della storia juventina. Lasciava la società più titolata d’Italia per approdare sulla sponda biancoceleste del Tevere. Il club che aveva appena risolto una grave crisi finanziaria, ma condannato per responsabilità oggettiva per lo scandalo ‘Totonero-bis” nel quale era rimasto coinvolto Claudio Vinazzani: la squadra capitolina venne costretta ad iniziare il campionato con nove punti di penalizzazione. Gabriele Pin ha indossato la maglia della Lazio per sei stagioni, indossando anche la fascia da capitano: un ‘Eroe del meno nove’. <<Dopo la sentenza della CAF comunicai ai giocatori che avrei accettato una loro eventuale decisione di andarsene, ma restarono tutti>>, ha dichiarato Eugenio Fascetti, che qualche mese prima con il Lecce già retrocesso aveva risvegliato la Roma dal sogno tricolore. La salvezza è arrivata il 5 luglio 1987, grazie all’incornata di Fabio Poli su cross di Massimo Piscedda. A Premium “La tribù del calcio”, nella quale è intervenuto anche il nostro direttore, l’attuale selezionatore della B Italia ha ricordato i giorni più caldi di quella stagione: <<Gabriele è stato un esempio per tutti, lui che arriva dai successi con la Juve. La sua decisione di rimanere ha cementato il gruppo>>. Immaginate la risposta di Pin a Fascetti: <<Mister, le dovevo un favore>>…