Joao Mario, l’uomo della pioggia

Posted By on Gen 24, 2017 | 0 comments


Michele D’Alessio
Sotto una pioggia incessante, l’Inter di Stefano Pioli ha vinto la sua sesta partita consecutiva in campionato, ottava complessiva se si considerano anche le coppe. A farne le spese è il Palermo, che si è speso con energia ma non è mai riuscito a portare pericoli seri davanti la porta di Handanovic,
L’Inter ha tenuto il baricentro alto, ma nel primo tempo non ha saputo concretizzare un paio di palle gol con Icardi, appannato sotto porta. Non ha brillato Banega, nel ruolo di trequartista è apparso fuori dal gioco. Nella ripresa è subentrato al suo posto Joao Mario – in una staffetta che appare consueta ormai – abile nel siglare il gol partita. Candreva ha sfornato l’ennesimo cross dalla destra, il portoghese campione d’Europa si è smarcato bene e da due passi ha fatto centro.
Le cose si sono complicate nell’ultimo scorcio di gara quando, dopo uno scontro violento tra Ansaldi e Nestoroski, è stato proprio il terzino nerazzurro ad essere espulso dall’arbitro Irrati. In realtà le immagini dimostrano che entrambi i giocatori scivolano verso il pallone, prendendo velocità a causa del terreno bagnato dalla pioggia. Il fischietto di Firenze, oltre a buttare fuori Ansaldi, ha allontanato anche Pioli, reo di aver protestato in seguito alla decisione arbitrale.
Nel complesso prestazione di buon livello soprattutto mentale da parte di tutta la squadra. Qualche giocatore ha pagato le scorie dei 120 minuti di Coppa Italia col Bologna, ma la squadra si è mostrata compatta, e con la guida di Roberto Gagliardini a centrocampo: per lui ancora una partita di personalità e ordine. Per il Palermo si è fatto buio, l’Empoli quartultima è distante 11 punti, e Corini è chiamato davvero a tirare fuori il coniglio dal cilindro per salvare la stagione dei rosanero.
Infine un’annotazione riguardante gli spettatori di Palermo-Inter. Sugli spalti c’erano circa 16 mila coraggiosi, tra cui una folta rappresentanza dei tifosi interisti nel settore ospiti. La pioggia incessante non è stata clemente, la struttura dello stadio Barbera non prevede la copertura, se non nella tribuna riservata alla stampa e alle autorità. Sarebbe il minimo sindacale assicurare ai tifosi che si recano allo stadio, a Palermo come in ogni altra città d’Italia, almeno un dignitoso riparo dalla pioggia coprendo anche i settori popolari. Qui si entra nell’annoso problema degli impianti italiani, ma l’impressione è che non si possa più aspettare. L’esempio di ieri di Palermo è emblematico: un grande stadio scoperto, per buona parte vuoto. Il futuro è sicuramente rivolto a stadi con capienza ridotta, confortevoli e coperti, come il nuovo stadio Friuli, lo stadio di Modena, e alcuni altri begli esempi italiani.

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