di Alessia Fratarcangeli
Ritenta, sarai più fortunato, caro Leonardo. Ci sarà un motivo per cui tutti i neo-acquisti del Napoli, prima di vederli in campo, come minimo hanno dovuto vivere da spettatori le prime settimane (se non mesi) in azzurro.
Pavoletti, invece, a sorpresa, viene preferito a Mertens e schierato nella gara di ieri sera contro la Fiorentina, nei quarti di finale di Coppa Italia. L’attaccante è, naturalmente, al settimo cielo: Sarri decide di schierarlo solo dopo neanche un mese che è giunto a Castelvolturno e proprio per questo si deve ritenere più che fortunato per la chance datagli dal mister. Altri neo-arrivati (Tonelli e Maksimovic tra tutti) hanno impiegato mesi per ritagliarsi un posto tra gli undici che contano.
Sarri ripone fiducia nell’attaccante ex-Genoa, forse anche troppa, data la sua prestazione contro la Viola. Performance insipida, non all’altezza delle qualità del giocatore, che ha evidenziato positivamente la voglia di fare dell’attaccante, la volontà di inserirsi il più in fretta possibile negli schemi di gioco, nelle azioni dei compagni per siglare all’esordio il primo gol in maglia azzurra. Atteggiamento molto volenteroso, sicuramente, ma a volte questa volontà tendeva troppo all’egoismo, come nell’episodio in cui toglie letteralmente la palla dai piedi di Callejon (che si infuria), anticipando il compagno per calciare in porta mentre lo spagnolo si trovava smarcato in mezzo all’area. Non è da queste scelte che può passare la crescita e l’inserimento del giocatore nella macchina sarriana.
Per affinare le qualità e immergersi nel raffinato gioco dei partenopei ci vuole pazienza e soprattutto tantissimo allenamento. Sarri avrà di certo utilizzato il match di ieri per valutare il bomber e capire quali sono i punti su cui premere di più e lavorare incessantemente per plasmare l’attaccante che il gioco del Napoli richiede. Pavoletti appare ancora troppo spaesato in mezzo al campo: tutti sapevano cosa fare e come muoversi, mentre per lui il cammino è appena cominciato.