Luigi Pellicone
Massimo risultato con il minimo sforzo. La Roma interpreta come deve la sfida con il Crotone: controllo totale del match, gestione delle forze e degli uomini giocando con pallone, avversari e cronometro. Occhi puntati, chissa perchè poi, su Nainggolan. Qualcuno dice che sia stato “premiato” con la fascia di capitano. Mah. Stupisce chi si stupisce: il belga racchiude tutto ciò che serve a un centrocampista “back to back” e a un uomo squadra. Forza, reattività, velocità, corsa, capacità di inserimento e personalità. Quanto basta per essere oggetto di desiderio di mezza Europa. E però, per qualche strano motivo, a Roma, fa più notizia che fumi una sigaretta piuttosto che con Spalletti abbia trovato il suo ruolo ideale. 23 presenze e 6 reti e un assist in questa stagione. Ben 13 dall’avvento del tecnico di Certaldo.
A proposito di prma punta: Dzeko è più forte dell’anno scorso, anche mentalmente: sembrava una giornata stregata. Prima il rigore sbagliato, poi il palo. Quanto basta per deprimersi e uscire dal match. Un po’ come è successo a Udine. Questa volta il bosniaco mostra grande carattere. Indovina tutti i movimenti e trova il gol, allo stesso modo di come, lo scorso anno, li sbagliava. Il segnale di un cambiamento evidente. La rete numero 18 è facile facile propriziata da una giocata sopraffina di Paredes. L’argentino era pronto per il tiro, riesce a cambiare idea e postura in un fazzoletto e a servire un pallone con il contagiri per Salah. Visione di gioco e piedi sorpaffini.
Il Crotone: cosa gli vuoi dire? Destinato alla B senza passare dal via, gioca con dignità e ordine chè altre qualità non ne ha. Prende gol alla fine dei tempi, non è un caso. L’unica soluzione per far punti è cercare di non prendere gol. E però cosi si rinuncia a giocare.Difendersi a oltranza non è possibile in generale. Senza qualità, diviene impossibile.