di Alessia Fratarcangeli
Cala il silenzio sul San Paolo e in quel di Castelvolturno. La sconfitta contro l’Atalanta arriva all’improvviso, in silenzio e fa male, male veramente, non tanto perchè il Napoli perde terreno nei confronti della Roma e della Juventus, ma per il modo in cui è maturata.
Il Napoli è irriconoscibile, sottotono, incapace di mettere difficoltà quel bel giocattolino che mister Gasperini si è costruito a Bergamo, fatto di giocatori giovani, di qualità che ormai fanno gola a tutta Italia (mica è un caso che quel Caldara è già un giocatore della Juventus). Si capisce che è una giornata storta soprattutto quando l’Atalanta rimane in 10 per colpa della doppia ammonizione di Kessie: se il Napoli si fosse comportato come quella squadra cinica che non perdeva da ottobre avrebbe alzato i ritmi, schiacciato gli avversari nella propria metà campo, chiamando il portiere bergamasco agli straordinari, fino a trovare il gol del pareggio. E invece la serata scorre in tranquilla, per l’Atalanta ovviamente. Il Napoli non mette mai troppa paura ai bergamaschi che nel secondo tempo sono visibilmente affaticati, dato che nei primi 45′ hanno mostrato a tutta Italia un’organizzazione di gioco degna delle grandi squadre, e il giovane Caldara, nonostante l’inferiorità numerica, riesce a trovare anche il secondo gol.
Gli azzurri e Sarri, sono in balia degli eventi, scarichi mentalmente ma anche fisicamente, incapaci di accennare a una benchè minima reazione. Rientra Milik, dentro anche Pavoletti, ma i partenopei non sembrano ispirati: c’è qualcosa che li turba, li preoccupa.
Sarà la semifinale d’andata contro la Juventus? Forse, ma è più probabile che l’effetto delle parole del presidente De Laurentiis post Real Madrid stia arrivando piano piano, proprio nel momento più delicato della stagione.
Dopo la sconfitta di Madrid la squadra aveva reagito sul campo e non, schierandosi con il proprio mister, ma forse i malumori e le differenti (e fin troppo divergenti) opinioni dell’allenatore e del presidente azzurro stanno lentamente spaccando l’ambiente. Non perchè c’è bisogno di schierarsi dall’una e dall’altra parte; il fatto è che manca la serenità con cui fino a poco tempo fa Sarri faceva il suo lavoro. Nel momento in cui il suo presidente mette bocca sulle decisioni del mister, la frittata è fatta. Semplicemente sta cuocendo a fuoco molto lento. I prossimi impegni saranno fondamentali per gli azzurri: Juve Roma e Real determineranno posizioni e obiettivi della società azzurra. E probabilmente anche il futuro di Maurizio Sarri.