Luigi Pellicone
Mal di schiena o Malavoglia? Nella terra del romanzo verghiano, si consuma l’ennesimo colpo di scena in casa Roma. Mancano pochi minuti al termine di Palermo-Roma. A risultato acquisito, Spalletti chiede a Totti di entrare in campo. Il numero dieci giallorosso declina l’offerta, complice un improvviso e fastidioso mal di schiena. Preso atto che a Roma è più facile maneggiare i fili dell’alta tensione che parlare di Totti, è evidente che il problema sia a monte. Aver rinnovato il contratto a Totti, non significa garantirgli un posto da titolare. Nè un minutaggio “a priori”.
Eppure, ormai si sfiora il paradosso. Roma è quella citta dove lo stadio, al momento del potenziale ingresso di Totti, fischia i calciatori della Roma, rei di non mandare fuori il pallone per “agevolare” il cambio. Roma è quella città dove, se la squadra vince, se si tira fuori da una spirale negativa, la notizia risiede comunque altrove. Specificatamente nel dubbio che Totti abbia più o meno rifiutato di entrare in campo.
Una commedia insana. Per Totti. Per Spalletti. Un tiramolla che logora, sfibra un ambiente provato da troppe polemiche. Per chiuderle, forse sarebbe il caso di ricordare i ruoli. Spalletti è l’allenatore. Il suo compito è scegliere. Totti è un calciatore. Il suo compito è rendere al massimo rispettando le scelte, anche se non le condivide. Quasiasi altra strada rischia di alterare gli equilibri dello spogliatoio. Il gruppo e la squadra vengono prima del singolo. Anche se si chiama Francesco Totti. Anche se ha scritto la storia della Roma