Michele D’Alessio
Svolta storica nel calcio italiano. Il derby di Milano si giocherà per la prima volta nella storia alle ore 12.30, sabato 15 aprile, il giorno prima di Pasqua. Come la Premier League fa da anni, e la Liga spagnola, anche la Serie A finalmente inizia a spostare l’asse degli orari degli incontri più importanti dalla fascia serale a quella diurna e pomeridiana.
I vantaggi di disputare una partita del genere sono molteplici. Innanzitutto non stupisce che sia proprio il derby di Milano a disputarsi alle 12.30, dato che l’Inter ha una proprietà cinese che così si assicura un grande seguito nel prime time televisivo orientale. Stessa cosa vale per il Milan, che è in procinto di passare nelle mani di una cordata proveniente dalla Cina, anche se negli ultimi periodi la situazione si è fatta più fosca visti i numerosi slittamenti del closing. In secondo luogo, giocare una partita così di sabato alle 12.30 favorisce l’affluenza allo stadio. Vero è che il derby è sempre una partita da tutto esaurito, ma per i tifosi è più comodo andare allo stadio all’ora di pranzo, o comunque nel primo pomeriggio, piuttosto che recarsi allo stadio ad esempio di domenica sera, immediatamente prima dell’inizio della settimana lavorativa.
In Inghilterra da anni le partite più importanti si giocano nel lunch time del sabato, e infatti il modello Premier è quello da seguire per rilanciare l’immagine del nostro calcio, fortemente intaccata dagli scandali arbitrali, in giro per il mondo, con stadi pieni e partita fruibile in TV a tutte le latitudini del pianeta.
Può considerarsi paradossale come questa svolta sia a tutti gli effetti dovuta agli interessi delle proprietà cinesi, e non alla lungimiranza della classe dirigente italiana, in particolare quella legata alle pay tv, da sempre vogliose di collocare il big match nel posticipo della domenica. Un importante cambiamento questo che ha anche il sapore del vintage: il derby, e si spera altre partite di cartello in futuro, tornerà a giocarsi alla luce del sole, come si faceva prima dell’avvento della pay tv.