Nicola Ciacciarelli Uno a zero, tanto basta alla Juve che chiude i conti aperti all’andata con il Porto a Torino. La vittoria è di rigore come venerdì con il Milan, ma stavolta niente polemiche. Dybala trasforma e timbra il pass per i quarti. Anche perchè i portoghesi rimangono in 10 per il rosso comminato, giustamente, a Maxi Pereira e sembrano tenere più a non prenderle che a provare una storica rimonta.
I bianconeri si confermano difesa ermetica, la migliore d’Europa con sole due reti al passivo in Champions. Anche se stavolta il Porto, grazie ad un gentile cadeau offerto da Mehdi Benatia, avrebbe l’opportunità di mettere pepe sul discorso qualificazione, ma Tiquinho Soares spreca davanti Buffon. Fatto salvo l’errore del marocchino (sostituito al 60′ per un problema all’adduttore) la difesa di Madama conferma di poter esser l’arma in più nella corsa verso Cardiff…anche a quattro. Prezioso in questo senso il lavoro del ”nuovo” esterno Mario Mandzukic e di quello di Paulo Dybala, trasformatosi in recupera palloni (3 ieri sera) e costantemente dietro la linea della palla in fase di non possesso.
Momento di leggero appannamento, invece, per Gonzalo Higuain. L’argentino ha segnato una sola volta (in coppa Italia al Napoli) nelle ultime sei gare. Importante sottolineare il fatto che il Pipita, con il Porto, ha collezionato la dodicesima gara in fila giocando gli interi 90′ di gioco. L’ultima sostituzione risale al 22 gennaio scorso, quando venne rilevato da Pjaca all’ 87′ di Juventus-Lazio. Insomma, più di 1080 minuti tutti d’un fiato che possono aver influito sulla vena realizzativa di Gonzalo. Con il nuovo modulo le cifre sono ancora comunque dalla sua parte: 7 reti in 13 gare è bottino di riguardo. E tutto sommato la Juve ha mostrato la capacità di poter vincere anche senza l’apporto realizzativo del suo bomber principe. La speranza di Allegri è che Higuain abbia tenuto alcune cartucce di riserva per il momento decisivo della stagione.