Una serata rovinata dagli imbecilli

Posted By on Mar 24, 2017 | 0 comments


Luigi Pellicone

 

Una serata di calcio, rovinata dai tifosi. Italiani ed albanesi. Non si salva nessuno: né chi ha fischiato l’inno, né chi ha cercato, ancora una volta, nel calcio la cassa di risonanza per sfogare istinti repressi.

Le due nazionali entrano in campo, e già si capisce che non sarà una serata semplice da gestire: la prima avvisaglia, al momento dell’esecuzione degli inni quando alcuni esponenti dell’Università della Idiozia fischiano l’inno albanese. Il resto dello stadio zittisce con gli applausi ma nell’era dei social, non sfugge niente. In tantissimi sfogano in rete la loro rabbia. Altri, invece, le reti, quelle vere, provano a bruciarle. Lancio di fumogeni e bombe carta dietro la porta difesa da Buffon. Una pioggia fitta, che costringe l’arbitro Vincic a sospendere la partita per 8’. Quanto basta per mettere nei guai l’Albania che adesso rischia una sanzione disciplinare pesante.

Il calcio giocato, invece, consegna un’Italia più che discreta. Ventura sceglie il 4-2-4 e viene premiato. Complice un avversario non irresistibile, la nazionale controlla la gara a proprio piacimento. Verratti è pendolo e metronomo. Gestisce palloni, ritmi e tiene saldamente in mano il centrocampo azzurro, aiutato anche dalla buona prova di Insigne. Candreva è più portato, rispetto al giocatore del Napoli, a lavorare su tutta la fascia e a sdoppiarsi anche in fase di non possesso, in centrocampista aggiunto. Insigne sta migliorando molto. Anche da un punto di vista fisico. Il ragazzo ha fiato e muscoli per interpretare il ruolo di esterno d’attacco e quarto uomo aggiunto di centrocampo. Immobile e Belotti confermano il loro stato di grazia. Il granata conquista il rigore trasformato da De Rossi. Il centravanti della Lazio timbra con regolarità il cartellino. Un duo che fa ben sperare. Un’ultima statistica: in campo, insieme, da titolari, Verratti, Immobile e Insigne. L’ultima volta accadde a Pescara, in serie B. Il primo che ebbe fiducia? Zeman. Oggi, Il 33% dei calciatori di movimento in campo con la maglia azzurra, sono “figli” suoi. Non è poco.

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