Antonio Capotosto
Campionato 1970-’71, il primo vinto dall’Inter priva dell’appellativo ‘Grande’. Senza il regista Luisito Suarez e Armando Picchi, che aveva salutato la Beneamata nel ’67 per i contrasti con Helenio Herrera. Il libero e il ‘Mago’ discutevano spesso di questioni tattiche nel corso delle partite: il numero 6 di quella popolare filastrocca era (già) allenatore in campo e nella stagione successiva al Mondiale messicano diventava il più giovane tecnico della Serie A.
Andò a sedersi sulla panchina della Juventus e a Torino riabbracciava Italo Allodi, l’architetto della Grande Inter. Sulla sponda bianconera del Po era l’annata del ritorno di Franco Causio, la prima degli ex giallorossi Fabio Capello, Luciano Spinosi e Fausto Landini. Incipit con la maglia della Signora anche di Roberto Bettega: una rosa abbastanza ringiovanita che gettava le basi per i cinque scudetti di quel decennio. La Juventus si classificò quarta, dietro il Napoli di Giuseppe Chiappella.
I partenopei insediarono le milanesi e alla quanta giornata approfittavano del pareggio tra Cagliari e Foggia, ritrovandosi da soli in vetta. Dopo il successo di misura al San Paolo sui bianconeri, grazie a Luigi Pogliana.
Il 20 dicembre il Diavolo espugnava Fuorigrotta e sorpassava il Napoli degli ex Hamrin e Altafini. Nel turno successivo le due squadre si divisero il gradino più alto. Alla fine lo scudetto venne vinto dall’Inter, con il Diavolo sulla piazza d’onore. Terzi i partenopei, con la miglior difesa del torneo. A livello continentale invece la Juventus poteva diventare l’ultima squadra ad aver conquistato la Coppa delle Fiere, aa la sollevò il Leeds: un trofeo che la Vecchia Signora avrebbe dedicato ad Armando Picchi, stroncato da un male incurabile a 36 anni e sostituito dal tecnico della Primavera Vycpalek.