Luigi Pellicone
Spalletti cambia modulo: 3-4-3 a rombo con Paredes e Nainggolan ai vertici. Una soluzione che esalta le qualità dei due centrocampisti. L’argentino, davanti la difesa, riceve diversi palloni e ha più opzioni nell’impostazione del gioco. Il lancio per Dzeko, la verticalizzazione su Salah o il cambio di gioco sulle fasce per Rui o Peres. Una soluzione che permette di far correre il pallone più che le gambe, ideale per le corde del sudamericano che ha piede vellutato ma passo compassato. Di corsa, ne ha, eccome, Nainggolan che invece si esalta nel “back to back”. Il belga funge da pendolo, recupera palloni da mediano e riparte da incursore liberandosi anche per il tiro.
Il 3-4-3, però, mette anche in difficoltà gli equilibri. La squadra è meno equilibrata: Perotti e Salah non sempre riescono a ripiegare sulla linea dei centrocampisti e Paredes fatica in fase di interdizione. L’unica soluzione sostenibile è una difesa estremamente alta. Il che significa non poter sbagliare quasi mai. Quando accade sono guai: l’Empoli, che non ha grandi bocche da fuoco, nel primo tempo, si è presentato più volte al tiro e anche a tu per tu con Szczesny. Nell’occasione Thiam parte in posizione regolare ed è abbattuto da Szczesny. Ci stava il rigore e il rischio concreto dell’espulsione. A conti fatti, il modulo è rivedibile: la Roma ha rischiato, dopo 10′, di giocare una partita abbordabile in inferiorità numerica. E solo un errore di valutazione della quaterna arbitrale ha evitato che Roma – Empoli si trasformasse in una partita di fatica.