Nicola Ciacciarelli
La Juve resiste all’onda blaugrana e blocca sullo 0-0 i padroni di casa. I catalani sparano a salve impegnando severamente Buffon solo a dieci minuti dal termine. Vero è che gli assalti barcellonisti sono innumerevoli e piuttosto continui, dopo il primo buono quarto d’ora juventino, ma Messi non trova mai lo specchio della porta. Aggiungete un Suarez completamente neutralizzato dalla coppia Bonucci-Chiellini e un Neymar poco lucido negli ultimi sedici metri e per i campioni di Spagna è notte fonda. Tant’è che già ad inizio ripresa è Pique, prima dell’ingresso di Alcàcer per Rakitic, a giocare da prima punta. Ma la Juve del Camp Nou è un concentrato di corsa, sacrificio e diligenza tattica che difficilmente va in ambasce. Sono 531 i minuti di imbattibilità per Buffon e compagni (90 di questi sono anche di Neto). A sorprendere non sono i numeri, o perlomeno non solo, ma la crescita e la maturazione tattica di alcuni elementi come Cuadrado e Pjanic. Entrambi arrivati (chi l’anno scorso, chi quest’anno) con la fama di essere giocatori di estro ed inventiva, ma poco inclini al sacrificio. La loro prova smentisce antiche teorie e smonta vecchi pregiudizi. Ad impressionare è la capacità di interdizione di Miralem Pjanic che arretra il suo raggio d’azione per l’occasione, trasformandosi in autentico frangiflutti dinanzi la retroguardia. Il bosniaco si abbassa scontrandosi spesso e volentieri con Messi, limitandone per quanto possibile il genio. Sulla corsia laterale di destra Cuadrado è invece spina nel fianco per i blaugrana e dai suoi movimenti senza palla arrivano le migliori opportunità per Madama. La Juve plasmata ad immagine e somiglianza di Massimiliano Allegri resiste ai catalani, imbrigliando un attacco andato a segno 21 volte nei cinque incontri europei disputati al Camp Nou in questa annata. Ora Cardiff non è più una chimera.