Nicola Ciacciarelli
Rimedia il Pipita. Al 92′ l’argentino tira fuori il consueto coniglio dal cilindro e trova il gol del pareggio che evita la sconfitta alla Juventus dopo 33 successi consecutivi allo Stadium.
Quella disegnata da Allegri è una Juve completamente diversa e rinnovata. Tanti i cambi effettuati dal tecnico. Ampio turnover e spazio, dunque, a chi si era visto di meno negli ultimi tempi. Il 4-4-1-1 con Sturaro (!) e Cuadrado sugli esterni non regala i frutti sperati. La manovra bianconera priva di Pjanic perde di lucidità ed imprevedibilità. A centrocampo Rincon non sfigura, ma il venezuelano non ha il piede educato del bosniaco, mentre a Khedira manca l’ardore e l’acume tattico che lo contraddisguono di solito. Eppure le occasioni arrivano. La traversa di Benatia ad inizio gara impedisce ai padroni di casa di sbloccare il match. Spreca Dybala, come anche Khedira nella ripresa. Il Toro è ordinato e lavorando in ripartenza guadagna la punizione capolavoro di Ljajic. Non v’è dubbio alcuno che il turnover esagerato non giovi ai bianconeri. A steccare non sono però solo le seconde linee ma anche diversi big. La testa è al Monaco e a completare l’opera in Champions. Problema mentale dunque, non fisico. Che la testa sia altrove lo testimonia il cambio di Allegri all’80’. Sullo 0-1 entra Alex Sandro per…Dybala.
Allegri pesca dalla panchina e trova il jolly non inaspettato. Higuain indovina il pertugio giusto quando il recupero è già entrato nel secondo minuto. Un gol che somiglia sinistramente a quello dell’andata per i granata e che mette sale sulle ferita del Toro, all’ennesimo gol subito nel recupero allo Stadium. Gli uomini di Mihajlovic chiudono gli spazi anche in dieci dopo il rosso (ingiusto) ad Acquah. Poi spunta El Pipa con un destro all’angolino che sorprende Hart. Festa rimandata per i bianconeri sì, ma il sesto scudetto consecutivo è ad un passo. Ad un punto, se la Juve dovesse impattare a Roma. A tre se la Roma battesse gli uomini di Allegri.