Elia Faggion
Dal Monumental di Buenos Aires, a quello di Guayaquil, in 24 ore. Partenza: Argentina, dove hanno vinto i padroni di casa, per 1-0. Arrivo: Ecuador, dove non è andata esattamente allo stesso modo.
Lo stomaco strapieno del Banco Pichincha attendeva la sua squadra, il Barcelona SC dell’uruguaiano Guillermo Armada, che affrontava il temibile Gremio di Renato Gaucho Portaluppi. Se quella tra River e Lanus è stata una gran partita, quella di stanotte è stata ontologicamente più “sudamericana”.
Cominciamo con il dire che il Barcelona SC affrontava sì il Gremio, una delle squadre più ricche e note del Sud America, ma di certo non si presentava come vittima sacrificale. Ne è la prova che i quotisti la davano addirittura favorita ante match. Infatti partono bene quelli di Armada, sospinti letteralmente dal battito giallo del Banco Pichincha.. ma c’è qualcosa che da subito stride. Davanti sono pericolosi, hanno sfiorato anche il gol con Washington Vera.. ma dietro ragazzi, dietro non ci sono proprio: fanno acqua da tutte le parti. All’ottavo si scatena una discesa dal lato sinistro di Bruno Cortez, che mette un pallone arretrato che pare un incantesimo: tutti lo stanno a guardare, tutti tranne lui, Luan, il giocatore chiave del Gremio. Il 7 nerazzurro si avvicina al pallone, senza avversari addosso, prende la mira, e batte deciso col piatto destro: un rigore in movimento. Prova a saltargli addosso Luis Caicedo, quasi con una corsa da triplista, ma nulla da fare. Riuscirà solamente a deviare la cannonata di Luan, che colpisce al cuore il Barcelona.
Il secondo stadio più capiente del Sud America allora prova a far capire cosa significa essere il secondo stadio più capiente del Sud America: sono in 75000, e sembrano anche molti di più. Il Barcelona non può arrendersi. Hanno eliminato prima il Palmeiras e poi il Santos, non possono mollare proprio ora. Poi però c’è Edilson e la sua punizione: furba, cinica, maledetta. Sfrutta la barriera malposizionata da Banguera – che probabilmente da stanotte non sbaglierà mai più a posizionare un singolo uomo in una barriera per il resto della sua carriera – la aggira, e fa gol. 0-2 al 20’ minuto.
C’è la reazione dei locali, che però hanno perso la convinzione iniziale.. e come biasimarli. La gara finirà 3-0, perché al 50’ Luan farà doppietta, con un gol esattamente identico al primo. Ma il Barcelona la perde prima, quando i minuti sono 47 e i secondi 52.
La perde perché uno tra i tanti portieri brasiliani, in una frazione di secondo, decide di strappare con i suoi guantoni ogni singola legge della fisica conosciuta dall’essere umano. Sta per compiere una parata che finirà negli annali del calcio sudamericano e non solo, ma ancora non lo sa. L’attaccante Nahuelpan del Barcelona si è smarcato a meno di un metro dalla linea di porta, ed ha caricato al massimo l’arto mancino che da lì a qualche millesimo di secondo sgancerà la bomba del 2-1.
Non c’è niente. C’è solo un pallone, un energumeno giallo col numero 26, e una porta spalancata a 20 centimetri. Quella porta la sta difendendo Marcelo Grohe, che in carriera è sempre stato al Gremio, e come picco ha 2 presenze in nazionale brasiliana. Non il miglior curriculum per candidarsi a proprietario di una delle più belle parate di sempre. Grohe intuisce che Nahuelpan la vuole battere col mancino, e siccome il pallone arriva da destra, deve lasciarlo scorrere un po’ di più.. ma Grohe è comunque lontanissimo, quel pallone non lo può prendere. E invece lo prende. Con un volo disperato, Marcelo Grohe congela l’anima di uno degli stadi più infernali del pianeta.
È finita, il gol del 3-0 di Luan arriva dopo. Così il Gremio vince l’andata, con un miracolo assurdo del suo portiere, e con 3 gol di vantaggio da sfruttare contro il Barcelona SC,tra una settimana. La partita d’andata è uno splendido romanzo già incasellato nella libreria della Storia del fùtbol. Vedremo cosa saprà raccontarci il ritorno.