Cristante il trascinatore

Posted By on Nov 28, 2017 | 0 comments


di Giorgio Dusi

 

Era considerato il classe 1995 più forte e tecnicamente dotato tra gli italiani fino a quattro anni fa, quando esordiva con il Milan da diciottenne. Poi il discusso (e discutibile per i rossoneri) trasferimento al Benfica, le panchine, i passaggi a vuoto tra Palermo e Pescara, fino all’oasi felice di Bergamo, sotto lo sguardo di Giampiero Gasperini. La carriera di Bryan Cristante, forse e finalmente, è arrivata alla svolta verso l’alto. 
La settimana d’oro del centrocampista, condita con due reti a Goodison Park e il gol decisivo per stendere il Benevento nel posticipo di Serie A, lo ha nuovamente portato alle luci della ribalta come prima d’ora gli era successo soltanto nel 2013, quando Max Allegri intravide in lui colpi e talento, tanto da lanciarlo in un Milan disperato. Lui rispose già allora da trascinatore, con un gol e un assist in due partite, non sufficienti a salvare la panchina del tecnico.
La parentesi in prima squadra rossonera era il punto più alto toccato da Cristante. Almeno fino a questa settimana. Per la verità è da inizio stagione che il friulano sta assemblando prestazioni massicce, ma si sa, i gol vogliono la loro parte e quando piovono a grappoli (il famoso effetto ketchup teorizzato da Ruud van Nistelrooy) le prime pagine diventano la conseguenza immediata. Ed ora, a suon di gol decisivi, Bryan si sta prendendo tutto.
In quasi un anno di Atalanta – arrivato a gennaio scorso, acquisto passato sotto silenzio – Cristante è migliorato in maniera esponenziale mettendo in luce soprattutto tutti i propri fondamentali. Abilissimo nel gioco aereo e sulle palle inattive, con un’intelligenza calcistica che gli permette di coprire tutti i ruoli del centrocampo, ma soprattutto una tecnica di base sopraffina. Il tutto unito ad uno stato eccezionale di forma fisica, aspetto da non sottovalutare. Già, perché da aprile in poi ha saltato soltanto tre partite per questioni di turnover, raccogliendo per il resto 25 gettoni.
Un chiaro segnale di come Gasperini non voglia mai rinunciare al proprio numero quattro, impiegato indifferentemente sulla trequarti, dove può sfruttare i propri inserimenti e la capacità di muoversi negli spazi, o in mediana per cavalcare le sue doti tattiche e di corsa. Non è uno scattista, ma ha gamba per coprire spazi e recuperare la posizione nei pochi casi in cui la perda.
Insieme a tutto ciò sono arrivati anche i gol, quelli a cui fanno seguito gli occhi delle big che sognano di strapparlo all’Atalanta. Cristante ha però ancora tanto da dimostrare, perché le doti sono innegabili, soprattutto sotto il profilo della continuità di rendimento. Arrivare al vertice è complicato, ma rimanerci ancora di più. La scalata di Bryan sembra vicina alla conclusione e sarà proprio in quel momento che l’ex Milan avrà il banco di prova più difficile. L’ultimo step prima di concretizzare tutto quel talento che sembrava andare sperperato soltanto fino a un anno fa.

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