di Giorgio Dusi
All’Olimpico Grande Torino, nella serata che i padroni di casa dedicano alla memoria della Chapecoense, l’Atalanta colleziona l’ennesimo pareggio del proprio campionato, il quinto in quindici partite, il terzo fuori casa, il quarto di rimonta. Gli orobici non riescono a imbrigliare un buon Torino, ma fragile e piuttosto distratto in diversi momenti della gara, e tornano a casa con un solo punto che non migliora né la classifica né il momento psicologico. Non solo infatti la prima vittoria in trasferta in Serie A viene rimandata (solo Spal e Benevento non hanno mai vinto fuori casa, oltre alla Dea), ma non arriva nemmeno lo scossone emotivo che poteva mettere in discesa la strada verso la zona Europa.
Gasperini esclude ancora Ilicic dall’undici iniziale, come contro il Benevento. E proprio come nell’ultima sfida di campionato lo sloveno entra dalla panchina ed è decisivo con il gol del pareggio, un mancino prepotente diretto in rete. Cinque giorni fa era stato un assist per Cristante decisivo per i tre punti. Questa volta invece l’ex Palermo e Fiorentina firma il gol dell’1-1, perché il Torino sul finire del primo tempo aveva trovato il vantaggio. Colpo di testa poderoso di N’Koulou su corner, in anticipo su un Caldara decisamente rivedibile nella situazione. Sono 19 i gol subiti dalla retroguardia nerazzurra, riscopertasi vulnerabile dopo essere stata un fortino quasi invalicabile nella passata stagione. Entusiasmo, magia et similia c’entrano il giusto.
Da salvare, ancora una volta, la reazione. Dei cinque pareggi, quattro sono stati acciuffati da situazione di svantaggio (a cui si aggiunge la vittoria con il Sassuolo, da 0-1 a 2-1). Segno di una panchina che offre valide alternative e la possibilità di ruotare gli uomini. Quest’ultimo è il compito più difficile per Gasperini, poco abituato in carriera ad effettuare il turnover. Contro il Torino, però, qualche riserva sulla formazione schierata può esserci, soprattutto per il sopracitato Ilicic, con cui la squadra ha più brio e più idee. Tra le righe della partita si legge anche la necessità di trovare i gol di una punta, non arrivando quelli di Gomez. Il Papu all’Olimpico si ritrova spesso e volentieri quasi a centrocampo per portare avanti palla, non potendo sfruttare appieno la propria imprevedibilità in fase offensiva. E se la punta ideale fosse lui? A Gasperini l’ardua sentenza.