di Elia Faggion
Ora l’Inter è la squadra da battere. Non che sia la più attrezzata per vincere il campionato – sarebbe almeno blasfemo pensarlo – ma di fatto, dopo lo 0-1 della Juventus al San Paolo, rimane l’unica a non aver ancora conosciuto la sconfitta in questa meravigliosa Serie A. Mica male. Riuscirà a mantenere questo “record” anche al termine della tredicesima giornata? Diciamo che è piuttosto probabile.
L’ospite di San Siro sarà il Chievo, occupante la settima casella della classifica in concomitanza di Milan e Torino. Storicamente il campionato dei veneti è caratterizzato da partenze grintose, parti centrali piuttosto lineari, e mesi conclusivi giocati con le infradito e occhiali da sole. Il Chievo è la tipica squadra che non cerca mai di fare il passo più lungo della propria gamba (dopo il ritorno in Serie A, dalla stagione 2008/09, in 9 anni la posizione finale è oscillata dal 16esimo posto al nono, con il picco massimo di 50 punti). Ora gli scaligeri, cavalcanti l’onda del solito frizzante avvio, sono arrivati a ridosso della zona Europa (-6 dalla Sampdoria), e nel giro di qualche settimana si ritireranno comodamente nella loro comfort-zone: il centro-classifica.
La frenata comincerà da domani? Spalletti e la sua Inter sperano di sì. I nerazzurri avrebbero molto più bisogno di una vittoria, rispetto agli ospiti veneti, essendo felicemente intrigati nella lotta per le prime posizioni. Addirittura, se arrivasse una vittoria domani, l’Inter arriverà allo Stadium da prima in classifica! Un bel biglietto da visita da mostrare agli esa-campioni d’Italia. Ma tralasciando il tema psicologico-motivazionale.. che squadra arriva San Siro domani? E che deve fare l’Inter per vincerla?
Iniziamo col dire che il Chievo è senza il suo uomo migliore dopo Inglese, ovvero el pata Castro, operato due settimane fa per una lesione al crociato collaterale del ginocchio destro. Senza il musicista, al Chievo mancherà un anello per comporre la sua preziosa catena di destra, dalla quale provengono i maggiori pericoli, che vedeva protagonista, oltre al sopracitato Castro, l’ambidestro Cacciatore e il fanta-regista avanzato Valter Birsa. Spesso la soluzione cercata dai clivensi è quella del cross (23 tentativi per partita), atta per cercare la coppia di attaccanti che se la gioca in 1-vs-1 con i due centrali dell’Inter che, per restare in tema, è la squadra che abusa maggiormente del cross in campionato, con 24 tentativi a partita. L’Inter dovrà fare attenzione a questi cross tesi, già oggetto di problemi nella scorsa partita contro il Cagliari (guardatevi il gol di Pavoletti).
Se al Chievo manca Castro, l’Inter non potrà schierare Gagliardini e Miranda, che sono entrambi diffidati, ma che verranno ben sostituiti. Probabilmente in mediana giocherà Borja Valero a fianco di Vecino, mentre dietro spazio a Ranocchia. Icardi ovviamente centravanti, sostenuto alle spalle da un giocatore che secondo me diventerà fondamentale per la continuazione della corsa interista: Marcelo Brozovic. Il croato è l’unico che sa abbinare dinamismo e forza, fiuto del gol e senso della posizione. Inoltre sa come sfruttare i movimenti di Icardi: divorandosi lo spazio quando il 9 arretra, e staccandosi pericolosamente sulla seconda linea quando il 9 va verso la porta. Se non è il partner ideale di Icardi, poco ci manca. Ma di certo con lui lì in mezzo l’Inter guadagna esponenzialmente di imprevedibilità, grazie ad alternative in fase di finalizzazione che nessun altro riesce a garantire. Può sembrare un dettaglio, ma è invece fondamentale per riuscire a scavalcare ostacoli impostati per impedire ad Icardi di andare in rete.
In scioltezza, dico che l’Inter domani con la solita calma potrebbe riuscire senza troppi patemi a portare a casa i 3 punti. Il Chievo è una squadra insidiosa, che se si chiude a riccio facendo densità centrale sa essere impermeabile, ma al massimo riuscirà a strappare 1 punto con una fatica incredibile. Anche perché l’Inter domani si gioca la possibilità di tornare in vetta, per poi andare a Torino, e guardare dall’alto la Juve. L’occasione è davvero troppo ghiotta per poterla fallire.