di Giorgio Dusi
Mancava l’ultimo test, l’ultimo tassello per completare il girone perfetto. Mancava il primo posto, semplicemente la ciliegina sulla torta. Un primo posto che l’Atalanta si è conquistata ieri sera al Mapei Stadium sconfiggendo per 1-0 il Lione, l’altra qualificata del gruppo di Europa League, oltre che una delle favorite e nel cui stadio si giocherà la finalissima del 16 maggio. Per la classifica ovviamente i tre punti valgono un posto nell’urna della teste di serie lasciando il Lione come mina vagante in seconda fascia (anche se per la verità regna l’equilibrio tra le squadre) ma hanno ancora maggior valore se considerato l’aspetto psicologico. Se infatti battere l’Everton aveva l’attenuante della crisi degli inglesi, irriconoscibili da metà settembre a metà novembre, il Lione è a tutti gli effetti una squadra in fiducia, oltre che una papabile favorita alla vittoria finale.
L’Atalanta ha costruito la propria vittoria ancora una volta sulle idee di Gasperini, che per la verità ha fatto una scelta che non può e non deve passare inosservata: ha schierato dal primo minuto il tridente formato da Ilicic, Petagna e Gomez. In stagione era successo soltanto altre tre volte che i tre partissero titolari insieme: contro il Napoli al San Paolo, durarono solo 45 minuti e chiusero il primo tempo in vantaggio per 0-1, poi Petagna fu sostituito e gli orobici persero per 3-1; contro il Crotone nel roboante 5-1 di campionato e in Europa League contro l’Apollon Limassol in casa, partita dominata con occasioni create a raffica e terminata 3-1. Per il grande test europeo Gasperini ha scelto nuovamente di schierare i tre attaccanti insieme, ottenendo l’ennesima conferma di quanto questa formula offensiva possa essere devastante contro ogni tipo di difesa.
Gli orobici sono partiti a tuono creando più di un’occasione pericolosa, ancora una volta andando oltre ogni tipo di timore reverenziale, una fase per la verità già superata da mesi ma ripresentatasi nella gara d’andata al Parc OL, quando l’1-1 fu soprattutto dominio francese e timore atalantino, spazzato via soltanto dall’episodio del gol di Gomez che rimise in parità la gara e tutto il discorso qualificazione. Al Mapei Stadium, la casa dell’Euro-Atalanta che a livello di calore ha poco da invidiare all’Atleti Azzurri d’Italia – per stessa ammissione dei giocatori in campo – è cambiato tutto. Lopes l’ha vista brutta da subito in più occasioni, il Lione è uscito solo alla distanza ma troppo tardi per recuperare una partita in salita dopo la rete di Petagna.
Il pareggio non avrebbe cambiato nulla in classifica (la differenza reti favoriva nettamente i bergamaschi, primi anche con l’1-1) ma avrebbe cambiato lo stato mentale: forse non sarebbe stata la stessa festa, forse non sarebbe nemmeno stata la stessa lezione. Con la vittoria è invece chiaro a tutti, soprattutto a Gasperini e i suoi, che questa Atalanta può battersi contro tutti, può dare fastidio a chiunque. Ora ci sono due mesi e mezzo di pausa dall’Europa League prima dei sedicesimi di finale in cui gli orobici si focalizzeranno soltanto sul campionato, tempo per provare la risalita in classifica ma soprattutto trovare nuove certezze e consolidarle. Perché Gasperini ha scelto di vivere al massimo l’esperienza europea, così da terminare la stagione senza rimpianti. E per ora, fuori dubbio, ci sta riuscendo benissimo.