di Vincenzo Boscaino
Chissà cosa proverà questa domenica Giuseppe Rossi sulla tribuna del Franchi. Chissà cosa penserà, cosa sentirà.
L’esperienza di Giuseppe Rossi a Firenze è stato un ascensore emotivo che l’ha condotto su piani esistenziali diversi e contrastanti. Un giro di giostra che ha fornito in modo trasversale angolazioni e prospettive differenti dell’esistenza umana.
Dalla Rottura del legamento collaterale mediano ai sogni di una città intera che pesavano sulle sue spalle, dalle 83 partite saltate a quella che ancora a Firenze è definita la partita del decennio. Già, per ci sono partite che continuano anche dopo i tre fischi dell’arbitro. Partite che lasciano una scia di magia dietro di sé. Partite marchiate a fuoco nella memoria dei tifosi. Partite che suscitano orgoglio ed emozione in coloro i quali possono dire: “io c’ero”
A Firenze la partita dell’“io c’ero” è il 4 a 2 contro la Juventus del 20 ottobre 2013. La Partita. Un Protagonista: lui, Giuseppe Rossi.
Chissà cosa proverà questa domenica al Franchi quando scenderanno in campo la sua ex contro attuale squadra. Fiorentina- Genoa. Perché in tutto questo ci sono 90 minuti che pesano, e non poco.
La Fiorentina per rincorrere il sogno Europa, il Genoa per dimostrare che con Ballardini tutto è davvero cambiato. Nella formazione di Mister Pioli non c’è nessuna novità eclatante: confermato in attacco il tridente Thereau- Simeone-Chiesa che tanto bene sta facendo nelle ultime settimane. A centrocampo Veretout e Benassi con il compito di inserirsi e accompagnare la manovra offensiva e al contempo supportare Badelj per difendere la difesa. Davanti a Sportiello una linea a 4 con Laurini-Pezzella-Astori-Biraghi.
La vittoria in settimana ha dato ai Viola motivazioni e desideri rinnovati, consapevolezza e un pizzico di tranquillità. Ci sono, sono vivi. Tutti se ne sono accorti, anche la tifoseria che a inizio stagione non era propriamente al settimo cielo. Mister Pioli nel prepartita ha detto: «Un nostro obiettivo è cercare di riportare entusiasmo attorno alla squadra. Se con le nostre prestazioni ci stiamo riuscendo, non possiamo che essere soddisfatti».
Oggi è il giorno della verità. Vincere cambierebbe tutto, sarebbe uno slancio decisivo per riprendere la Sampdoria e continuare a sognare. Vincere per ritornare tra i grandi. Vincere per poter vivere ancora giornate come quel 20 ottobre.
Quando un ragazzo scrisse una pagina indelebile del calcio Viola. Quando diede la possibilità di dire a una città intera “io c’ero”.