di Giorgio Dusi
Gasperini non ha usato giri di parole. “Ci è tornata la voglia di campionato, di arrivare in alto e di sorprendere ancora”. Nelle sue dichiarazioni c’è tutto il momento dell’Atalanta, che si è guadagnata il settimo posto con il quarto risultate utile consecutivo sul campo del Milan in quattro anni. Lo 0-2 di San Siro non è stato soltanto il frutto di episodi favorevoli, come la papera di Donnarumma che ha regalato a Cristante il tap-in del vantaggio. È anche stato il manifesto delle intenzioni dei nerazzurri, i quali sì, l’Europa la giocano, la vivono, ma non vogliono fermarsi alla partecipazione episodica.
La classifica vede i bergamaschi al sesto posto alla pari con la Sampdoria e a -9 dalla Lazio, forse già troppo lontana per essere riacciuffata. L’Atalanta sta nuovamente uscendo dalla mediocrità del decimo posto o giù di lì per riproporsi come credibile candidata all’Europa League, quasi come se volesse tornare ad essere un’abitudine. È decisiva quella “voglia di campionato” che è subentrata alla fine del girone di Europa League e che rischia di scemare nuovamente a febbraio. Per questo Gasperini spera di festeggiare il Natale e l’anno nuovo inanellando vittorie, per accumulare un vantaggio da gestire.
Tra le più pericolose in zona Europa League c’era il Milan, ora scivolato nella parte destra della classifica e sempre più umiliato. Ieri i rossoneri hanno rischiato da subito di rimanere in inferiorità numerica per un’entrata criminale di Kalinic su Toloi, inspiegabilmente graziato e nemmeno ammonito. Poi la partita si è messa sui soliti binari, con l’Atalanta cinica e brava a sfruttare le occasioni e il Milan sprecone, poco lucido e ancora meno organizzato. Cristante ha comodamente messo in porta il gol dell’ex dopo l’errore di Donnarumma, ma grosse colpe sono state anche di Musacchio – che ha tenuto tutti in gioco muovendosi con tempi rivedibili – e di Bonucci – che si è perso la marcatura di Caldara.
Gli orobici hanno approfittato degli errori del Milan e si sono creati i presupposti per giocare la partita ideale, ovvero cavalcando la velocità sulle corsie per ribaltare velocemente il fronte di gioco. In cattedra è salito Gomez, questa volta affiancato a turno prima da Petagna e poi da Ilicic. Tridente sfaldato per l’occasione, ma comunque efficace: lo sloveno ha bagnato il suo momento d’oro con l’ennesimo gol, il sesto nelle ultime sei uscite, innescato da Spinazzola. È stata la solita Atalanta, che viaggia sulle ali dell’entusiasmo, di certezze garantite dal proprio tecnico e dal tanto talento degli interpreti. La ricetta perfetta per guadagnarsi un’ottima posizione in campionato. E passare un buon Natale.