di Elia Faggion
Per Inter e Lazio, quella di ieri sera è stata l’ultima partita dell’anno solare 2017. Una partita torbida, particolare, in cui era evidente che le due squadre avrebbero voluto azzannarsi per godere dell’intera posta in palio, ma nel momento di sferrare l’affondo decisivo, mentre una mostrava il fianco, l’altra non ha mai approfittato.
È la partita che riconsegna l’Inter al suo habitat, quello che vacilla tra la zona Champions League e Europa League. Sono i numeri, oltre all’oggettivo valore della rosa, a confermarlo: da quando ha raggiunto la cima della classifica, alla quindicesima giornata, con il rotondissimo 5-0 al ChievoVerona, l’Inter non ha più vinto una partita di campionato in quattro tentativi. Una sorta di mal di testa, una pressione simile a quella subacquea, dove più ti inoltri in profondità, più vieni stritolato da quell’attanagliante morsa che, prima o poi, ti ricaccia in superficie.
Sebbene dopo questo pari i nerazzurri siano stati esclusi dagli affari per i primi posti, Spalletti può raccogliere qualche segnale semi-positivo. La squadra è tornata a non subire gol, anche se realmente, questa volta lo si deve più alla benevolenza di Felipe Anderson, e alla straordinarietà di Handanovic, che ad un reparto difensivo del tutto impermeabile. Questo pari, ottenuto contro una squadra rivale, chiude un’infelice serie negativa di tre sconfitteconsecutive, e ridà quel minimo di slancio, di inerzia, alla corsa interista. E poi Cancelo, il gioiellino iberico sponda rossoverde, chiamato a dare una maggior impronta qualitativa al gioco dell’Inter – che batte molto sulle piste esterne – ha finalmente mostrato che non è solamente un ballerino del paso doble, ma un calciatore ormai integratosi perfettamente con le regole del nostro campionato.
Le note stonate, invece, sono quelle che provengono dall’attacco. È da accordare la chitarra argentina di Icardi, totalmente nullo, quasi scocciato anche nel linguaggio del corpo, come ormai ci capita di vedere da un mese a questa parte. Stesso discorso vale per i croati, Perisic e Brozovic, indolenti e abulici, soprattutto per quanto riguarda il secondo: Spalletti da un mese a questa parte aveva ritagliato per lui un posto da titolare alle spalle di Icardi, ma prestazioni sempre meno lucide e nel segno della svogliatezza hanno convinto il tecnico toscano a ripiegare sui propri passi, rimpiazzandolo, come abbiamo visto ieri sera, con Borja Valero.
Nonostante le innumerevoli incognite che lo accompagnano, ed il recente disastroso periodo, la prima metà di stagione interista si può comunque giudicare come ottima: non scordiamoci che ad agosto, su questa squadra, nessuno avrebbe buttato un soldo. L’obiettivo rimane il raggiungimento del quarto posto, che è ancora totalmente in ballo tra Inter, Roma, e Lazio, divise solamente da 4 punti. Certo è che, aver tenuto a distanza i biancocelesti con il pareggio di ieri, in questo preciso momento storico, suona come una mezza vittoria.